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Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Musings About God
Gratitudine divina
Non abbiamo dubbi che Dio manifesta l'amore nel modo più perfetto. Egli è il Dio di tutte le qualità. Ma a volte, non abbiamo piena consapevolezza del modo in cui dimostra le sue altre qualità, come la gratitudine. Questa monografia è un tentativo per dimostrare la portata della gratitudine di Geova per il suo figlio. A noi tocca coltivare questa qualità, verso Dio e verso il nostro prossimo.
Questo testo è estratto da un articolo sul sito MusingAboutGod.com.

Un famoso filosofo romano, Cicerone, ha detto che “la gratitudine [è] la principale virtù”. Questa potrebbe essere l'ultima/penultima verità. Quale dono più grande possiamo offrire a Dio che la nostra gratitudine? (qualcuno aggiungerebbe obbedienza alla gratitudine, e questo non è opinabile, anche se l'obbedienza è più per il nostro beneficio) Se Dio considera la nostra gratitudine come il dono più grande che possiamo fare, non indica che egli stesso è anche una persona grata, pieno di gratitudine? Osservate la gratitudine e l'apprezzamento che ha dimostrato a Abramo, Davide, Giobbe, e altri. Ora, immaginate questa stessa dolce, cara, gentile, grata persona (Dio) in una posizione in cui deve chiedere a qualcun altro (Gesù) di fare un orribile lavoro sporco che non può fare lui stesso, vale a dire morire. Immaginate che questa persona (Gesù) è la persona che egli ama già più di chiunque altro nell'universo, un universo che ha già creato con e per questa persona. Se avete mai chiesto a un membro della vostra famiglia (moglie/marito/figlio/figlia...) di rischiare di perdere tutto ciò che possiede per aiutarvi, e che lo ha fatto volentieri, esattamente come lo desideravate, senza “se”, “ma”, “e”, ecc.... senza nemmeno pensare a se stesso, perché il suo amore per voi è grande, come vi sentireste nei suoi confronti? Dareste tutto quello che avete, anche la luna, no?
Dio ha fiducia totale e completa in Gesù. (Ebrei 5:8) Il suo apprezzamento per quello che ha fatto è immenso. Che cosa Dio ha da perdere mostrando a Gesù un’incommensurabile gratitudine? Di nuovo, realmente, cos’ha da perdere? Che cosa rischia? Infatti, osservando l'estrema gratitudine di Dio che ha risuscitato il suo figlio a un livello uguale o quasi uguale al proprio, si capisce quanto Dio è veramente umile, buono, fiducioso, grato, riconoscente e che ama veramente.
Gesù stesso sembrò sorpreso dai doni che suo padre aveva in serbo per lui. (Giovanni 5:22 ; Matteo 28:18) Fondamentalmente, voleva solo riprendere il suo vecchio lavoro. (Giovanni 17:5) Ma Dio ha insistito perché Gesù riceva il regno, il potere di risorgere e di giudicare, così come l’adorazione. (Ebrei 1:6) Infatti, in relazione al periodo di regno di 1000 anni, Gesù compie le sue funzioni in una posizione superiore rispetto a Dio. È solo alla fine dei mille anni di regno che Gesù dà “tutte le cose” a suo padre. Non si può dare indietro qualcosa che non si possegga, sì? (1 Corinti 15:28, prendete il tempo di leggere questo versetto, è realmente ciò che viene detto) Veramente, non si mette Dio in posizione di servire suo figlio, quando dice: “[Mio figlio] siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”? (Salmo 110:1 ; Ebrei 1:8) Essenzialmente, Dio dice: “figlio Mio, tu hai fatto abbastanza; ora, permettimi di fare questo per te.” Egli ama il suo figlio. (confrontare con Giovanni 3:35) Qualsiasi persona decente nelle stesse circostanzi di Dio farebbe la stessa cosa.
Pensateci: Gesù era il suo primogenito. (Colossesi 1:15) Dio ha fatto l'universo, in primo luogo per lui. Gesù ha dimostrato assoluta obbedienza, così come un amore e una fiducia completi nel suo padre, ha preso il rischio ultimo, ha salvato il mondo, cosa vogliamo di più?
Pertanto, il più grande atto di amore e di fedeltà viene premiato con il più grande atto di riconoscimento e apprezzamento. Fa un po’ senso, no? Quale padre umano dimostra più apprezzamento, profondità di emozioni e fiducia di Dio? Nel mondo reale, sapete come un padre tratterebbe suo figlio. Può essere una sorpresa, ma Dio vive anche lui nel mondo reale. Ha fatto il mondo reale, e l'ha fatto in base a se stesso, colle emozioni ei principi che lo descrivono e lo definiscono. Non siamo in grado di agire con più emozioni e principi che Dio. Egli non può agire con meno emozioni e principi rispetto a noi. Sapete che cosa ha fatto per suo figlio, quando è tornato al cielo. E anch’io. Amen.
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

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Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
Carl-Bloch-Sermon-on-the-Mount
Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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