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Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Perimeno
“‘Voi siete dunque i miei testimoni”, è l’espressione di Geova, ‘e io sono Dio’”
Geova ha dei testimoni oggi? Una persona diventa un testimone di Geova semplicemente identificando se stessa con il nome di Dio?

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“Chi è Geova, perché io debba ubbidire alla sua voce e mandare via Israele? Non conosco affatto Geova e, per di più, non manderò via Israele”. Quella è stata la beffarda risposta di Faraone a Mosè quando Geova lo mandò davanti al re d’Egitto per chiedere la liberazione del popolo di Dio. E proprio come Geova aveva predetto, Faraone si rifiutò di ascoltare, a costo di dieci devastanti piaghe, tra quali la perdita di suo figlio primogenito, sofferenza condivisa da tutti gli Egiziani. Così Faraone imparo una verità innegabile: Geova è il solo vero Dio, superiore a tutti gli dei dell’Egitto, e ha un nome personale. (Esodo 4:21-23; 5;1,2) Alcuni giorni prima, Geova aveva detto a Mosè: “Devi dire questo ai figli d’Israele: ‘Geova l’Iddio dei vostri antenati, l’Iddio di Abraamo, l’Iddio di Isacco e l’Iddio di Giacobbe, mi ha mandato a voi’. Questo è il mio nome a tempo indefinito, e questo è il memoriale di me di generazione in generazione.” (Esodo 3:15) I discendenti di Abraamo, Isacco e Giacobbe capirono che non solo Geova è il vero Dio, ma che possiede un nome con il quale si identifica. La nazione d’Israele venne poi identificata con il nome di Geova. (1Samuele 5:6-8; 6:1-3) Il nome di Geova è santo. Significa questo che non dovrebbe essere pronunciato? Geova stesso ci invita a invocare il suo nome. Non profaniamo il suo nome quando l’usiamo, ma piuttosto gli ubbidiamo identificandosi con il suo nome. (Levitico 22:31,32; Proverbi 18:10; Zaccaria 13:9) Geova dice: “Poiché in me ha riposto il suo affetto, anch’io gli provvederò scampo. Lo proteggerò perché ha conosciuto il mio nome. Egli mi invocherà, e io gli risponderò. Sarò con lui nell’angustia. Lo libererò e lo glorificherò. Lo sazierò con lunghezza di giorni,e gli farò vedere la mia salvezza.” (Salmo 91:14-16) Conoscere il nome di Geova per una persona significa che ha imparato a conoscere Geova personalmente, comprese le sue leggi. Questa persona ha una relazione con lui nel modo in cui un figlio a una relazione col padre, e quindi ascolta Dio. A sua volta, Dio ascolta le preghiere di questa persona e la salva nei momenti di difficoltà. (Salmi 34:11; 66:16-20; 2Corinti 6:17,18; Ebrei 12:7-11) I discendenti di Abraamo sono diventati i testimoni scelti da Geova. (Isaia 43:10-13) Dal modo in cui Dio trattava il suo popolo, sia quando veniva benedetto o quando veniva disciplinato, hanno potuto essere testimoni del fatto che solo lui è il vero Dio. Eppure, col passare del tempo, i loro dirigenti e i falsi profeti tra di loro hanno rigettato il nome di Geova; forse perché questo nome ispirava paura in loro, hanno smesso di pronunciarlo, come se questo poteva impedirlo di essere profanato. (Esodo 20:7; Geremia 23:26,27) Indubbiamente, essere identificato col santo nome di Dio, Geova, porta con sé grandi responsabilità, dato che se uno porta biasimo sul suo nome colla sua condotta, ne dovrà sicuramente rispondere, come Dio ha detto a proposito della nazione di Israele: “E li spargevo fra le nazioni, così che erano dispersi fra i paesi. Li giudicai secondo il loro modo di procedere e secondo le loro azioni. Così entrarono nelle nazioni dove entrarono, e la gente profanava il mio santo nome, dicendo riguardo a loro: ‘Questi sono il popolo di Geova, e sono usciti dal suo paese’. E avrò compassione del mio santo nome, che la casa d’Israele ha profanato fra le nazioni dove sono entrati” (Ezechiele 36:19-21) Geova ha dei testimoni oggi? Una persona diventa un testimone di Geova semplicemente identificando se stessa con il nome di Dio? Rifletti: secondo te, è plausibile pensare che una persona diventa un Cristiano perché lei stessa si definisce così? (Atti 11:26) La risposta di Gesù non lascia dubbi: “Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: ‘Signore, Signore, non abbiamo profetizzato in nome tuo, e in nome tuo espulso demoni, e in nome tuo compiuto molte opere potenti?’ E allora io confesserò loro: Non vi ho mai conosciuti! Andatevene via da me, operatori d’illegalità.” (Matteo 7:21-23) Non tutti quelli che chiamano Gesù il loro Signore sono riconosciuti da Gesù come cristiani. Allo stesso modo, non tutti quelli che si autodefiniscono Testimoni di Geova sono riconosciuti da Geova come appartenente a lui. E meno degli altri l’illegale, il senza legge, che occupa una posizione prominente all’interno del santo tempio di Dio e esercita l’autorità in nome di Dio sul suo popolo. Paolo dice che la sua presenza “è secondo l’operazione di Satana”. (2Tessalonicesi 2:9) Sei un testimone di Geova? Allora conoscerai Dio con il suo santo nome e l’invocherai; l’ascolterai e gli obbedirai, anche se risulta in persecuzioni e sofferenze. (Giovanni 16:1-4; 1Pietro 2:19,20) In cambio, Geova ti riconoscerà come uno che gli appartiene “nel giorno in cui [produrrà] una speciale proprietà”. (Malachia 3:17,18) Geova predisse che ci sarà una grande folla di persone di tutte le nazioni e tribù e lingue che sarà chiamata con il suo nome e che avrà la sua protezione attraverso la prossima grande tribolazione. Ti vedi tra di loro? (Atti 15:14-17; Rivelazione 7:9,10,13-17) Nello stesso modo che è possibile chiamare te stesso Cristiano, anche se la stragrande maggioranza di coloro che si identificano con questo nome lo sono solo di nome, è possibile chiamare te stesso un testimone di Geova quando ascolti la voce di Geova, perché lo sei veramente. Non devi vergognarti del nome di Dio in considerazione dei molti che si identificano con quel nome, mentre allo stesso tempo portano disonore su di esso. (2Pietro 2:1-3) Secondo Geova, identificandoti come une dei suoi Testimoni, sei tra i fedeli uomini e donne delle generazioni passate che fanno parte di “un così gran nuvolo di testimoni”, secondo la descrizione dell’apostolo Paolo in Ebrei capitolo undici. Tutti hanno adorato Geova come l’unico vero Dio, tra di loro c’erano anche Paolo e Gesù stesso. (Ebrei 12:1-3; Giovanni 17:6-8; 1837; Rivelazione 3:14) Quindi, non ti identifichi come un testimone della Società Watchtower più di quanto Geova identificava i suoi fedeli servitori dei tempi antichi con i falsi profeti. (confrontare Ezechiele 13:2-10)
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

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Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
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Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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