BaruQ
Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Baruq
“Rimaniamo leali al Regno di Dio”
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Studio della Torre di Guardia della settimana del 14 al 20 settembre 2015

I veri cristiani prendono a cuore la fedeltà e la neutralità. I Testimoni di Geova sono peraltro conosciuti per quello. Chi è stato ventenne qualche decenni fa ha forse dovuto fare i conti con l’imprigionamento per essersi rifiutato di fare il militare. Molti hanno dovuto affrontare tribunali per spiegare la loro posizione. Alcuni hanno anche dovuto spiegare perché rifiutavano il servizio alternativo mentre essi stessi avevano difficoltà a capire il soggetto. Ma, fedeli alle direttive della Società, si andava davanti al giudice chi certamente capiva la nostra posizione nei confronti del servizio militare, e alcuni condividevano la nostra posizione anche se per ragioni laiche, ma non si spiegava il nostro rifiuto del servizio civile. Anche se per qualcuno questi tempi erano duri, dobbiamo riconoscere che un Testimone di Geova in una cella con uscite regolari, visite settimanale dai familiari, o per alcuni regime di semi-libertà consentendo di lavorare fuori, e dunque di prendere pure lo stipendio, tornando in cella solo per la notte, di assistere alle riunioni della congregazione locale e tornare a casa ogni week-end, non era messo più male di un soldato comune che andava in manovre per qualsiasi tempo con lo zaino pieno di ciottoli e ubbidiva agli ordini abbaiati dal un superiore. Ovviamente, stiamo parlando della maggior parte dei paesi occidentali; sappiamo che certi nostri fratelli hanno dovuto far fronte a intense persecuzioni, o peggio sono morti per aver rifiutato di prendere le armi, o magari solo prendere la tessera di un partito, come nel Malawi. Le persone in generale sono attaccate al loro paese, la loro regione, la loro cultura o persino ad una squadra sportiva. Questo si fa sentire nelle congregazioni e non solo tra le persone che non condividono la nostra fede. La Torre di Guardia fa bene a ricordarci che noi facciamo parte della società umana e dunque Il modo in cui le persone risolvono le loro divergenze ci può toccare. Il vero cristiano non ritiene una parte del mondo migliore di un’altra. Ma, essendo vittime della nostra imperfezione, può essere difficile correggere certe inclinazioni. Se dovessimo ricordare una sola lezione dei paragrafi seguenti, sarebbero questa: domandiamoci, “come si sarebbe comportato Gesù?” Facciamo ci questa domanda ogni volta che dobbiamo prendere delle decisioni durante la nostra vita, particolarmente quando si tratta delle nostre relazioni con i nostri conservi, ma anche con quelli di fuori. Ricordiamoci che Geova è il creatore delle razze; Né Geova né Gesù esaltano una razza al di sopra di un’altra. Uguale quando si tratta di nazionalità, anche se quella non era il disegno divino ma un’istituzione umana. C’è una questione però sulla quale dobbiamo prendere posizione: la sovranità universale di Geova. La controversia fu sollevata per la prima volta in Eden, quando Satana sfidò il modo di governare di Geova. Questo è il tempo in cui tutti devono decidere se credere che il modo in cui Dio fa le cose è superiore a quello di Satana o viceversa. Chiediamoci onestamente: “Sto dalla parte di Geova scegliendo di ubbidire alle sue leggi e alle sue norme anziché fare le cose di testa mia? Considero il suo Regno l’unica soluzione ai guai dell’umanità?” A questo punto dello studio, avremmo apprezzato un chiarimento da parte della Società a proposito dell’accordo tra la Watchtower e l’ONU durante 10 anni, fino al giorno che Stephen Bates, l’8 Ottobre 2001, come corrispondente religioso al quotidiano londinese The Guardian, rivela che la Watchtower Bible and Tracts Society era ufficialmente registrata al dipartimento dell’informazione delle Nazioni Unite come Organizzazione Non Governativa (ONG). Aspettandosi ad una marea di critiche e forse anche ad un’indagine formale delle Nazioni Unite, la Watchtower chiese l’immediata cessazione della sua affiliazione con il DPI. Poco dopo, Paul Gillies, portavoce della Watchtower a Londra, rilasciò una dichiarazione al Guardian dicendo che era necessario registrare l’organizzazione come ONG perché le beteliti mandati siano in grado di avere accesso alla biblioteca Dag Hammarskjöld ubicata presso la sede dell’ONU a New York e che questo era tutto quello che c’era da dire in proposito. Tuttavia, essendo sopraffatti da richieste di spiegazione dai Testimoni di Geova provenienti da tutto il mondo (molti avendo scoperto questa storia su Internet), il Corpo Direttivo inviò un paio di settimane più tardi una nota “esplicativa” dettagliata alle varie filiale che avevano fatto parte delle loro interrogazioni. La Betel di Brooklyn lasciava intendere in questa nota che la registrazione della Watchtower come ONG non era per niente segreta. Dichiarava in introduzione: Degli oppositori avendo pubblicato delle accuse secondo quale avremmo legami segreti con le Nazioni Unite, alcune filiale ci hanno chiesto spiegazioni a questo proposito e le abbiamo riposto. Dato che prima che il Gardian pubblica questo articolo la Watchtower non aveva mai parlato apertamente nelle sue pubblicazioni della sua affiliazione all’ONU come ONG, nessun Testimone di Geova ne era a conoscenza - tra quali molti coordinatori di filiali che volevano saperne di più. È particolarmente disonesto da parte del Corpo Direttivo di cercare di eludere il problema parlando di “oppositori secondo quali avremmo legami segreti con le Nazioni Unite”. Ancora oggi, la stragrande maggioranza dei Testimoni di Geova ignora ancora del tutto il caso. Contrariamente a quanto detto dalla Watchtower nel suo comunicato stampa, nel quale ogni parola è stata pesata, i suoi legami con le Nazioni Unite erano, e rimangono ancora in molti aspetti segreti. (e-watchman.com) Non vogliamo rigirare il coltello nella piaga, però vogliamo chiederci: Se un cristiano Testimone di Geova nell'ambito della sua attività lavorativa dovesse registrarsi presso un partito politico, anche senza condividerne i principi, potrebbe continuare a godere di privilegi nel seno della congregazione? E che dire delle migliaia di vittime nel Malawi, perseguitati per avere solo rifiutato di prendere il tesserino del partito al potere? È per quello che vorremmo dire al Corpo Direttivo: Lavora su te stesso per essere leale a Geova. Nonostante le prove che attendono l’Organizzazione e i dubbi che ci possono assalire, essendo che Dio per un po’ la tollera ancora, non vogliamo rigettare la disposizione temporanea che è la Watchtower e che ha permesso a milioni di essere umani di conoscere il Sovrano Signore dell’universo, riunendoli in una organizzazione nella quale vogliamo poter dire: “Ecco, come è buono e come è piacevole che i fratelli dimorino insieme in unità!” (Sal. 133:1).
Leggi l'articolo originale in questa pagina: https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/2015527
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

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Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
Carl-Bloch-Sermon-on-the-Mount
Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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