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Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Eric Wilson
La nostra speranza cristiana
Nell'articolo precedente abbiamo preso in considerazione la speranza nutrita dalle altre pecore menzionate in Giovanni 10:16: e ho altre pecore, che non sono di questo ovile; anche quelle devo guidare, e loro ascolteranno la mia voce, e diventeranno un solo gregge con un solo pastore. (Giovanni 10:16) Il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova insegna che questi due gruppi di cristiani - "questo ovile" e “le altre pecore" - si distinguono per la ricompensa che ricevono. I primi sono unti dallo spirito e vanno in cielo, i secondi non sono unti dallo spirito e vivono sulla terra ancora, rimanendo peccatori imperfetti. Abbiamo visto dalle Scritture nel nostro ultimo articolo che questo è un falso insegnamento. Le prove scritturali supportano la conclusione che le altre pecore si distinguono da "questo ovile" non per la loro speranza, ma per le loro origini. Sono cristiani gentili, non cristiani ebrei. Abbiamo anche imparato che la Bibbia non insegna due speranze, ma una sola: C’è un solo corpo, e un solo spirito, come del resto siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra chiamata; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce mediante tutti ed è in tutti. (Efesini 4:4-6)

Certo, ci vuole un po 'di tempo per abituarsi a questa nuova realtà. Quando ho capito per la prima volta che avevo la speranza di diventare uno dei figli di Dio, era con sentimenti contrastanti. Ero ancora imbevuto della teologia dell'Organizzazione, quindi ho pensato che questa nuova comprensione significava che se fossi rimasto fedele, sarei stato portato in cielo, per non essere mai più visto. Ricordo mia moglie, che di rado versava lacrime, piangendo alla prospettiva.

La domanda è: i figli unti di Dio vanno in cielo per ricevere la loro ricompensa?

Sarebbe bello poter indicare una scrittura che risponda a questa domanda in modo inequivocabile, ma purtroppo, per quanto ne so, non esiste una tale scrittura. Per molti, non è abbastanza. Vogliono sapere. Vogliono una risposta in bianco e nero. Il motivo è che non vogliono davvero andare in cielo. A loro piace l'idea di vivere sulla terra come esseri umani perfetti per sempre. Proprio come me. È un desiderio molto naturale.

Ci sono due considerazioni che ci rassicureranno a proposito di questo.

Prima ragione

La prima ragione può essere facilmente illustrata ponendosi una domanda. Non pensare alla risposta, ma rispondi istintivamente. Ecco lo scenario:

Sei single e stai cercando un coniuge. Hai due opzioni. Nell'opzione 1, puoi scegliere qualsiasi compagno tra i miliardi di umani sulla terra, qualsiasi razza, credo o ambiente. É la tua scelta. Senza restrizioni. Scegli il più bello, il più intelligente, il più ricco, il più gentile o il più divertente o una combinazione di questi. Qualunque cosa che stuzzichi la tua fantasia. Nell'opzione 2, non puoi scegliere. Dio sceglie. Qualunque coniuge Geova ti porti, devi accettarlo. A bruciapelo, scegli ora!

Hai scelto l'opzione 1? Se no … se hai scelto l'opzione 2, sei ancora attratto dall'opzione 1? Stai riconsiderando la tua scelta? Pensi di dover pensarci un po 'prima di prendere la tua decisione finale?

La nostra debolezza è che facciamo delle scelte in base a ciò che vogliamo, non a ciò di cui abbiamo bisogno, non a ciò che è meglio per noi. Il problema è che raramente sembriamo sapere cosa è meglio per noi. Eppure spesso abbiamo l'orgoglio di pensare che lo sappiamo. A dire il vero, quando si tratta di scegliere un partner, troppo spesso facciamo la scelta sbagliata. L'alto tasso di divorzi ne è la prova. Data questa realtà, dovremmo essere tutti saltati all'opzione 2, rabbrividendo anche al solo pensiero della prima opzione. Dio ha scelto per me? Andiamo! facciamoci avanti! Ma non lo facciamo. Dubitiamo. Se crediamo veramente che Geova sa di più su di noi di quanto noi possiamo sapere di noi stessi, e se crediamo veramente che Lui ci ama e vuole solo ciò che è meglio per noi, allora perché non vorremmo che lui scegliesse un coniuge per noi?

Dovrebbe essere diverso quando si tratta della ricompensa che otteniamo per aver riposto fede nel suo Figlio? Ciò che abbiamo appena illustrato è l'essenza della fede. Tutti abbiamo letto Ebrei 11:1. La Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture lo rende così: la fede è la certezza che quello che si spera si realizzerà, la chiara dimostrazione di realtà che non si vedono. (Ebrei 11:1)

Quando si tratta della nostra salvezza, la cosa sperata non è sicuramente vista chiaramente, nonostante le splendide rappresentazioni della vita nel Nuovo Mondo trovate nelle pubblicazioni della Watchtower Society.

Pensiamo davvero che Dio risusciterà miliardi di persone ingiuste, responsabili di tutte le tragedie e le atrocità della storia, e che tutto andrà per il meglio nel migliore dei mondi fin dall'inizio? Non è realistico. Quante volte abbiamo riscontrato che l'immagine nella pubblicità non corrisponde al prodotto venduto?

Il fatto che non possiamo conoscere con precisione la realtà della ricompensa che i figli di Dio ricevono è la ragione per cui abbiamo bisogno di fede. Consideriamo gli esempi nel resto dell'undicesimo capitolo di Ebrei. Il verso quattro parla di Abele: per fede Abele offrì a Dio un sacrificio di valore maggiore di quello di Caino… (Ebrei 11:4) Entrambi i fratelli potevano vedere gli angeli e la spada fiammeggiante che facevano la guardia all'ingresso del Giardino dell'Eden. Nessuno dei due metteva in dubbio l'esistenza di Dio. Infatti, Caino parlò con Dio. (Genesi 11:6, 9-16) Ha parlato con Dio in persona! Tuttavia, Caino mancava di fede. Abele, d'altra parte, ha vinto la sua ricompensa a causa della sua fede. Non ci sono prove del fatto che Abele avesse una visione chiara di quale sarebbe stata questa ricompensa. In effetti, la Bibbia lo definisce un sacro segreto che fu nascosto fino a quando non fosse stato rivelato dal Cristo migliaia di anni dopo.

“il sacro segreto che è stato nascosto ai sistemi di cose passati e alle generazioni passate. Adesso, però, è stato rivelato ai suoi santi.” (Colossesi 1:26)

La fede di Abele non riguardava la credenza in Dio, perché anche Caino aveva questa credenza. Né sua fede era specificamente che Dio avrebbe mantenuto le sue promesse, perché non vi è alcuna prova che delle promesse gli sono state fatte. In qualche modo, Geova manifestò la sua approvazione dei sacrifici di Abele, ma tutto ciò che possiamo affermare con certezza da racconto ispirato è che Abele sapeva di piacere a Geova. Ha avuto la testimonianza che, agli occhi di Dio, era giusto; ma cosa significava in sostanza? Non ci sono prove che lui lo sapesse. La cosa importante per noi da capire è che non aveva bisogno di sapere. Come afferma lo scrittore di Ebrei: senza fede è impossibile piacere a Dio, perché chi si avvicina a Dio deve credere che egli esiste e che ricompensa quelli che lo cercano assiduamente. (Ebrei 11:6) E qual è questa ricompensa? Non abbiamo bisogno di sapere. In realtà, la fede consista nel non sapere. La fede riguarda la fiducia nella suprema bontà di Dio.

Supponiamo che sei un costruttore, e un uomo viene da te e dice: "Costruiscimi una casa, ma devi pagare tutte le spese di tasca tua, e non ti pagherò nulla finché non avrò ne preso possesso, e poi io ti pagherà quello che ritengo opportuno." Costruiresti una casa in quelle condizioni? Saresti capace di mettere quel tipo di fede nella bontà e affidabilità di un altro umano? Questo è ciò che Geova Dio ci sta chiedendo di fare.

La domanda è: "Hai bisogno di sapere esattamente quale sarà la ricompensa prima che tu possa accettarla?"

La Bibbia dice: ma come è scritto: “Le cose che nessun occhio ha visto, che nessun orecchio ha sentito e che non sono salite in cuore a nessun uomo sono quelle che Dio ha preparato per coloro che lo amano”. (1 Corinti 2:9) Certo, abbiamo un quadro migliore di ciò che comporta la ricompensa di Abel, ma non abbiamo ancora tutto il quadro, nemmeno vicino. Anche se il sacro segreto era stato rivelato ai tempi di Paolo, ed egli scrisse sotto ispirazione condividendo una serie di dettagli per aiutare a chiarire la natura della ricompensa, aveva ancora solo un'immagine sfocata: adesso vediamo immagini indistinte in uno specchio di metallo, ma allora sarà faccia a faccia. Adesso ho una conoscenza incompleta, ma allora conoscerò in modo accurato, così come sono conosciuto in modo accurato. Ora, comunque, rimangono queste tre cose: fede, speranza e amore. Ma la più grande di tutte è l’amore. (1 Corinti 13:12, 13) Il bisogno di fede non è scaduto. Se Geova dice: "Ti ricompenserò se sarai fedele a me", risponderemo, "Prima che prenda la mia decisione, padre, potresti essere un po’ specifico su ciò che offri?"

Quindi, la prima ragione per cui non ci preoccupiamo della natura della nostra ricompensa riguarda la fede in Dio. Se davvero abbiamo fede che Geova è prodigiosamente buono, infinitamente saggio ed estremamente abbondante nel suo amore per noi e il suo desiderio di renderci felici, allora lasceremo a lui la scelta della ricompensa, fiducioso che qualunque cosa si rivelerà essere sarà un gioia al di là di ogni cosa che possiamo immaginare.

Seconda ragione

La seconda ragione per non preoccuparsi è che gran parte delle nostre preoccupazioni deriva da una convinzione sulla ricompensa che, in realtà, non è reale.

Inizierò con una dichiarazione piuttosto audace. Ogni religione crede in qualche forma di ricompensa celeste e tutte hanno torto. Indù e buddisti hanno i loro piani di esistenza, il bhuvaḥ indù e lo svar, o il buddista Nirvana, che non è tanto il paradiso quanto una sorta di beato oblio. La versione islamica dell'aldilà sembra essere orientata a favore degli uomini, promettendo un’abbondanza di belle vergini da sposare.

Tra giardini e sorgenti, Saranno vestiti di seta e broccato e staranno gli uni di fronte agli altri. Sarà così e daremo loro in spose fanciulle dai grandi occhi. (Corano, 44:52-54)

Vi saranno colà quelle dagli sguardi casti, mai toccate da uomini o da dèmoni.
Saranno simili a rubino e corallo.
(Corano, 55:56,58)

E poi veniamo alla cristianità. La maggior parte delle chiese, inclusi i Testimoni di Geova, credono che tutti i giusti vadano in cielo. La differenza è che i Testimoni ritengono che il numero sia limitato a solo centoquarantaquattromila.

Torniamo alla Bibbia per iniziare ad eliminare tutti i falsi insegnamenti. Rileggiamo 1 Corinzi 2:9, ma questa volta nel contesto:

Fra coloro che sono maturi noi parliamo di sapienza, ma non della sapienza di questo sistema di cose né di quella dei governanti di questo sistema di cose, che saranno ridotti a nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio espressa in un sacro segreto, la sapienza nascosta, che Dio aveva già stabilito prima dei sistemi di cose per la nostra gloria. È questa la sapienza che nessuno dei governanti di questo sistema di cose ha conosciuto, perché, se l’avessero conosciuta, non avrebbero messo al palo il glorioso Signore. Ma come è scritto: “Le cose che nessun occhio ha visto, che nessun orecchio ha sentito e che non sono salite in cuore a nessun uomo sono quelle che Dio ha preparato per coloro che lo amano”. Infatti è a noi che Dio le ha rivelate per mezzo del suo spirito, perché lo spirito esamina tutte le cose, anche le cose profonde di Dio. (1 Corinti 2:6-10)

Quindi, chi sono i "governanti di questo sistema di cose"? Sono quelli che "hanno messo al palo il glorioso Signore". Chi ha messo al palo Gesù? I romani hanno avuto un ruolo, certo, ma quelli più colpevoli, quelli che hanno insistito affinché Ponzio Pilato condannasse Gesù a morte, erano i governanti dell'organizzazione di Geova, come direbbero i Testimoni, la nazione di Israele. Poiché affermiamo che la nazione di Israele era l'organizzazione terrena di Geova, ne consegue che i suoi governanti - il suo corpo direttivo - erano i sacerdoti, gli scribi, i sadducei ei farisei. Questi sono i "governanti di questo sistema di cose" a cui Paolo si riferisce. Quindi, quando leggiamo questo passaggio, non limitiamo la nostra riflessione ai governanti politici di oggi, ma includiamo coloro che sono i governanti religiosi; poiché sono i governanti religiosi che dovrebbero essere in grado di comprendere "la sapienza di Dio espressa in un sacro segreto, la sapienza nascosta" di cui parla Paolo.

I governanti del sistema di cose dei Testimoni di Geova, il Corpo Direttivo, comprendono il sacro segreto? Sono in possesso della saggezza di Dio? Si potrebbe supporre di sì, perché ci viene insegnato che hanno lo spirito di Dio e così, di nuovo come dice Paolo, dovrebbero essere in grado di cercare "le cose profonde di Dio". Tuttavia, come abbiamo visto nel nostro precedente articolo, questi uomini stanno insegnando a milioni di sinceri cristiani alla ricerca della verità che sono stati esclusi da questo sacro segreto. Parte del loro insegnamento è che solo centoquarantaquattromila regneranno con Cristo. E insegnano anche che questo regno sarà in cielo. In altre parole, i centoquarantaquattromila lasciano la terra per sempre e vanno in paradiso per stare con Dio.

Si dice che nel settore immobiliare, ci sono tre fattori da tenere sempre a mente quando si acquista una casa: il primo è la postazione. Il secondo è la postazione, e il terzo è, avete indovinato, la postazione. È questo il premio per i cristiani? Postazione, postazione, postazione? La nostra ricompensa è un posto migliore in cui vivere? Se è così, allora che ne è del Salmo 115:16: Quanto ai cieli, appartengono a Geova, ma la terra l’ha data ai figli degli uomini. E non promise ai cristiani, i figli di Dio, che avrebbero posseduto la terra come eredità? Felici i miti, perché erediteranno la terra. (Matteo 5:5) Naturalmente, nello stesso passaggio, in ciò che è noto come le Beatitudini, Gesù disse anche: felici i puri di cuore, perché vedranno Dio. (Matteo 5:8) Stava parlando metaforicamente? Forse, ma io non la penso così. Tuttavia, questa è solo la mia opinione e la mia opinione vale solo per quello che vale. Devi esaminare i fatti e trarre le proprie conclusioni.

La domanda che dobbiamo porci è: la ricompensa per i cristiani unti, che provengano dal recinto giudeo o da quello più grande delle altre pecore gentili, è di lasciare la terra e vivere in paradiso?

Gesù disse: felici quelli che sono consapevoli del loro bisogno spirituale, perché a loro appartiene il Regno dei cieli. (Matteo 5:3) Ora, il gruppo di parole “Regno dei cieli” appare trentadue volte nel libro di Matteo. (Non appare da nessun'altra parte nella Scrittura). Ma notiamo che non è il regno nei cieli". Matteo non sta parlando della postazione, ma dell'origine, la fonte dell'autorità del regno. Questo regno non è dalla terra ma dai cieli. La sua autorità è quindi da Dio non dagli uomini.

Forse sarebbe momento perfetto per fermarsi e esaminare la parola "cielo" come viene usata nella Scrittura. "Cielo", singolare, si trova nella Bibbia quasi trecento volte, e "cieli", oltre cinquecento volte. "Celeste" si verifica vicino a cinquanta volte. I termini hanno vari significati.

"Cielo" o "cieli" possono significare semplicemente la distesa sopra di noi. Marco 4:32 parla degli uccelli del cielo. I cieli possono anche riferirsi all'universo fisico. Tuttavia, sono spesso usati per riferirsi al regno spirituale. La preghiera del Signore inizia con la frase, “padre nostro che sei nei cieli” (Matteo 6:9). Lì viene usato il plurale. Tuttavia, in Matteo 18:10, Gesù dice che “in cielo i loro angeli hanno libero accesso a mio Padre.” (Bibbia della Gioia) Questo contraddice ciò che leggiamo nel primo libro dei Re riguardo a Dio che non è contenuto nemmeno nel cielo dei cieli? Per niente. Queste sono solo espressioni per darci un piccolo livello di comprensione della natura di Dio. Per esempio, quando si parla di Gesù, Paolo dice agli Efesini nel capitolo 4 versetto 10 che “è salito molto al di sopra di tutti i cieli”. Paolo suggerisce che Gesù ascese al di sopra di Dio stesso? In nessun modo.

Parliamo di Dio come essendo in cielo, ma invece non è lì.

“Ma Dio può veramente dimorare sulla terra? Ecco, i cieli, il cielo dei cieli, non ti possono contenere; tanto meno, quindi, questa casa che ho costruito!” (1 Re 8:27)

La Bibbia dice che Geova è nei cieli, ma dice anche che il cielo non può contenerlo. Immagina di provare a spiegare a un uomo nato cieco che aspetto hanno i colori rosso, blu, verde e giallo. Potresti provare confrontando i colori con la temperatura. Il rosso è caldo, il blu è freddo. Cercherai di dare al cieco un modello di riferimento, ma non capirà pienamente cos’è il colore. Possiamo capire una postazione. Quindi, dire che Dio è nei cieli significa che lui non è qui con noi, ma è da qualche altra parte ben oltre la nostra portata. Tuttavia, ciò non aiuta a spiegare cosa sia veramente il cielo né la natura di Dio. Dobbiamo accettare i nostri limiti se vogliamo capire qualcosa circa la nostra speranza celeste.

Mi sia permesso di spiegare questo con un esempio pratico. Mostrerò quello che molti chiamano la foto più importante che sia mai stata scattata. Nel 1995, le persone della NASA hanno corso un enorme rischio. Il tempo trascorso sul telescopio Hubble era molto costoso, con una lunga lista d'attesa di persone che volevano usarlo. Tuttavia, decisero di puntarlo verso una piccola parte del cielo che era vuota. Immaginate le dimensioni di una pallina da tennis su un palo della porta sul lato opposto di un campo da football. Quanto sarebbe piccola. Ecco quanto è grande l'area del cielo che hanno esaminato. Per dieci giorni la fioca luce proveniente da quella parte di cielo ha impregnato, fotone per fotone, il sensore del telescopio. Avrebbero potuto ritrovarsi con niente, ma invece hanno ottenuto questo:

HubbleDeepField
Ogni punto, ogni macchia di bianca su questa immagine non è una stella ma una galassia. Una galassia con centinaia di milioni se non miliardi di stelle. Da quel momento hanno effettuato scansioni ancora più profonde in diverse parti del cielo e ogni volta ottengono lo stesso risultato. Pensiamo che Dio viva in un posto? L'universo fisico che possiamo percepire è così grande che non può essere immaginato dal cervello umano. Come può vivere Geova in un posto? Gli angeli, sì. Sono finiti come noi. Devono vivere da qualche parte. Sembrerebbe che ci siano altre dimensioni dell'esistenza, piani della realtà. Di nuovo, un cieco cercando di capire i colori - questo è quello che siamo.

Quindi, quando la Bibbia parla del cielo o dei cieli, queste sono semplicemente convenzioni per aiutarci a capire qualcosa che non possiamo capire. Se tenteremo di trovare una definizione comune che colleghi tutti i vari usi di "cielo", "cieli", “celeste", potrebbe essere questo:

Il cielo è ciò che non terrestre.

L'idea del cielo nella Bibbia è sempre quella di qualcosa che è superiore alla terra e / o alle cose terrene anche in modo negativo. Efesini 6:12 parla di “malvagie forze spirituali che sono nei luoghi celesti.” e 2 Pietro 3:7 parla dei “cieli e la terra attuali riservati al fuoco”

C'è qualche versetto nella Bibbia che dice inequivocabilmente che la nostra ricompensa è governare dal cielo o vivere in cielo? Per secoli i religionisti hanno dedotto quello dalle Scritture; ma ricorda, questi sono gli stessi uomini che hanno insegnato dottrine come il fuoco dell'inferno, l'anima immortale o la presenza di Cristo nel 1914, per nominarne solo alcune. Per precauzione, dobbiamo ignorare ogni insegnamento veniente da loro come "frutto dell'albero avvelenato". Invece, fidiamoci semplicemente della Bibbia, senza fare supposizioni, e vediamo dove ci porta.

Ci sono due domande che ci preoccupano: dove vivremo? E cosa saremo? Cerchiamo di affrontare prima la questione della postazione.

Postazione

Gesù disse che avremmo regnato con lui. (2 Timoteo 2:12) Gesù governa dal cielo? Se può governare dal cielo, perché ha dovuto nominare uno schiavo fedele e discreto per dare da mangiare al suo gregge dopo la sua partenza? (Matteo 24:45-47) Parabola dopo parabola - i talenti, le mine, le dieci vergini, il fedele economo- vediamo lo stesso tema comune: Gesù parte e lascia i suoi servitori in carica fino al suo ritorno. Per governare pienamente, deve essere presente, e tutto il cristianesimo ruota attorno ad aspettare il suo ritorno sulla terra per regnare.

Alcuni potrebbero dire: "Dio può fare tutto ciò che vuole. Se Dio vuole che Gesù e gli unti governino dal cielo, possono farlo". È giusto Ma la domanda non è cosa Dio può fare, ma cosa Dio ha scelto di fare. Dobbiamo esaminare la storia biblica per vedere come Geova ha governato l'umanità fino ad oggi.

Ad esempio, prendi il racconto di Sodoma e Gomorra. Il portavoce angelico di Geova che si materializzò come uomo e visitò Abraamo gli disse: “il grido contro Sodoma e Gomorra è davvero grande, e il loro peccato è molto grave. Scenderò a vedere se agiscono veramente secondo il grido che è arrivato fino a me; e se non è così, lo saprò”. (Genesi 18:20, 21) Emerge che Geova non abbia usato la sua onniscienza per dire agli angeli quale fosse effettivamente la situazione in quelle città, ma invece a permesso loro di scoprirlo di persona. Dovevano venire giù per imparare. Dovevano materializzarsi come uomini. Era necessaria una presenza fisica e dovevano visitare il posto.

Allo stesso modo, quando Gesù ritornerà, sarà sulla terra per governare e giudicare l'umanità. La Bibbia non parla solo di un breve intervallo in cui arriva, raccoglie i suoi eletti, e poi li porta in cielo per non tornare mai più. Gesù non è presente ora. Lui è in cielo. Quando ritorna, sua Parousia, comincerà la sua presenza. Se la sua presenza inizia quando ritorna sulla terra, come può la sua presenza continuare se torna in cielo? Come ci è sfuggito questo?

La Rivelazione ci dice che la tenda di Dio è con gli uomini; egli dimorerà con loro. “Dimorerà con loro!” Come può Dio risiedere con noi? Perché Gesù sarà con noi. Fu chiamato Emmanuele, il che significa “Dio è con noi” (Matteo 1:23) Egli è “l’immagine esatta” dello stesso essere di Geova, "e sostiene ogni cosa mediante la sua potente parola”. (Ebrei 1:3) Egli è “l’immagine di Dio”, e quelli che lo vedono, vedono il Padre. (2 Corinti 4:4; Giovanni 14:9)

Non solo Gesù risiederà con gli uomini, ma sarà così anche per gli unti, i suoi re e i suoi sacerdoti. Ci viene anche detto che la Nuova Gerusalemme - dove gli unti dimorano - discende dal cielo. (Rivelazione 21:1-4) I figli di Dio che governano con Gesù come re e sacerdoti sono destinati a regnare sulla terra, non in cielo. Questa è l'idea resa dalla parola greca epi usata in Rivelazione 5:10, un regno, non dai cieli verso la terra ma da o sulla terra.

Postazione: in sintesi

Sebbene questo possa sembrare il caso, non affermo nulla in modo categorico. Sarebbe un errore. Sto solo mostrando dove portano le prove. Andare oltre sarebbe ignorare le parole di Paolo secondo chi vediamo solo immagini indistinte. (1 Corinti 13:12) Questo ci porta alla seguente domanda: che cosa saremo?

Cosa saremo?

Saremo semplicemente esseri umani perfetti? Il problema è che se siamo solo umani, anche se perfetti e senza peccato, come possiamo governare come re?

La Bibbia dice: l’uomo domina l’uomo a suo danno e: l’uomo che cammina non è padrone nemmeno di dirigere i suoi passi. (Ecclesiaste 8:9; Geremia 10:23)

La Bibbia dice che giudicheremo l'umanità, e più ancora, giudicheremo anche gli angeli, riferendosi agli angeli caduti che sono con Satana. (1 Corinti 6:3) Per fare tutto questo e molto altro, avremo bisogno sia di potere che di perspicacia al di là di ciò che ogni umano può possedere. La Bibbia parla di una nuova creazione, il che indica qualcosa che non è mai esistito prima.

“Se dunque qualcuno è unito a Cristo, è una nuova creazione; le cose vecchie sono passate, ed ecco, ne sono venute all’esistenza di nuove.” (2 Corinti 5:17)

“Quanto a me, non sia mai che mi vanti se non del palo di tortura del nostro Signore Gesù Cristo, mediante il quale il mondo è stato messo al palo ai miei occhi e io agli occhi del mondo. Infatti ciò che conta non è essere circoncisi o incirconcisi, ma essere una nuova creazione. E tutti quelli che camminano secondo questa norma abbiano pace e misericordia, sì, l’Israele di Dio.” (Galati 6:14-16)

Qui, Paolo parla in senso metaforico, o allude a qualcos’altro? La domanda rimane, che cosa saremo alla rigenerazione di cui Gesù ha parlato in Matteo 19:28? Possiamo farci un’idea di ciò esaminando Gesù. Possiamo saper questo da ciò che Giovanni ci ha detto in uno degli ultimi libri della Bibbia mai scritto:

“Vedete quale amore il Padre ci ha mostrato facendo in modo che fossimo chiamati figli di Dio! Ed è quello che siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Miei cari, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora reso manifesto ciò che saremo. Quello che sappiamo è che, quando egli si manifesterà, noi saremo come lui, perché lo vedremo così com’è. E chiunque nutre in lui questa speranza si purifica, proprio come lui è puro.” (1 Giovanni 3:1-3)

Qualunque cosa sia ora Gesù, quando si manifesterà diventerà ciò di cui ha bisogno di diventare per regnare sulla terra per mille anni e riportare l'umanità nella famiglia di Dio. A quel tempo, saremo come lui. Quando Gesù fu risuscitato da Dio, non era più umano, ma spirito. Oltre a ciò, divenne uno spirito che aveva vita in se stesso, vita che poteva impartire agli altri.

“Così è scritto: ‘Il primo uomo, Adamo, diventò un essere vivente’. L’ultimo Adamo diventò uno spirito che dà vita.” (1 Corinti 15:45)

“Infatti il Padre ha concesso al Figlio di avere in sé la vita, proprio come Egli ha in sé la vita.” (Giovanni 5:26)

“Effettivamente il sacro segreto di questa devozione a Dio è senza dubbio grande: ‘Fu reso manifesto nella carne, fu dichiarato giusto nello spirito, apparve ad angeli, fu predicato fra le nazioni, fu creduto nel mondo, fu ricevuto in cielo nella gloria’.” (1 Timoteo 3:16)

Gesù è stato resuscitato da Dio, "dichiarato giusto nello spirito".

“Sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele che ciò è avvenuto nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi metteste al palo ma che Dio ha risuscitato dai morti. È mediante lui che quest’uomo è qui sano davanti a voi.” (Atti 4:10)

Tuttavia, nella sua forma risorta e glorificata, fu in grado di rialzare il suo corpo. Fu "reso manifesto nella carne".

“Gesù rispose loro: “Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo rialzerò”. Allora i giudei dissero: “Ci sono voluti 46 anni per costruire questo tempio, e tu lo rialzerai in tre giorni?” Ma lui stava parlando del tempio del suo corpo.” (Giovanni 2:19-21)

Si noterà che fu rialzato da Dio, ma Gesù affermò che avrebbe rialzato il suo corpo. Lo fece ripetutamente, perché non poteva manifestarsi ai suoi discepoli come spirito. Gli umani non possiedono la capacità sensoriale di vedere uno spirito. Quindi, Gesù è diventato carne a volontà. In questa forma, non era più uno spirito, ma un uomo. Sembra che potesse rivestire e disporre del suo corpo a volontà. Poteva apparire dal nulla … mangiare, bere, toccare ed essere toccato … poi scomparire nel nulla. (Vedi Giovanni 20:19-29) D'altra parte, durante quello stesso tempo Gesù apparve agli spiriti in prigione, i demoni che erano stati gettati giù e rinchiusi sulla terra. (1 Pietro 3:18-20; Rivelazione 12:7-9) Questo, l’ha fatto come uno spirito. La ragione per cui Gesù appariva come uomo era che doveva curare i bisogni dei suoi discepoli. Prendiamo ad esempio la guarigione di Pietro.

Pietro era un uomo distrutto. Aveva fallito nei confronti del suo Signore. Lo aveva rinnegato per tre volte. Sapendo che Pietro doveva essere restaurato alla salute spirituale, Gesù inscenò uno scenario amorevole. In piedi sulla spiaggia mentre stavano pescando, ordinò ai suoi seguaci di gettare la rete sul lato di dritta della barca. Immediatamente, la rete era traboccante di pesci. Pietro riconobbe che era il Signore e balzò dalla barca per nuotare a riva. Lî, trovò il Signore seduto tranquillamente davanti a un fuoco di carbone. La notte in cui Pietro rinnegò il Signore, c'era anche un fuoco di carbone. (Giovanni 18:18) La scena era pronta. Gesù arrostì alcuni dei pesci che avevano catturato e mangiarono insieme. In Israele, mangiare insieme significava essere in pace gli uni con gli altri. Gesù stava dicendo a Pietro che erano in pace. Dopo il pasto, Gesù chiese a Pietro, e a lui solo, se lo amava. Non glielo chiese solo una volta, ma tre. Pietro aveva rinnegato il Signore tre volte, così con ogni affermazione del suo amore, stava annullando la sua precedente negazione. Nessuno spirito potrebbe farlo. È stata un'interazione da uomo a uomo. Teniamolo a mente quando esaminiamo ciò che Dio ha in serbo per i suoi eletti.

Isaia parla di un re che regnerà per la giustizia e principi che governeranno per il diritto: “Ecco, un re regnerà per la giustizia, e principi governeranno per il diritto. Ognuno di loro sarà come un riparo dal vento, un rifugio dal temporale, come ruscelli d’acqua in una terra arida, come l’ombra di un’imponente roccia in una terra riarsa.” (Isaia 32:1, 2)

Possiamo facilmente determinare che il Re qui riferito è Gesù, ma chi sono i principi? L'Organizzazione insegna che questi sono gli anziani, i sorveglianti di circoscrizione e i membri dei comitati di filiale che governeranno sulla terra nel Nuovo Mondo: Nel nuovo mondo Gesù costituirà “principi in tutta la terra” perché prendano la direttiva fra gli adoratori terreni di Geova. (Salmo 45:16) Indubbiamente egli sceglierà molti di questi fra gli odierni anziani fedeli. Poiché sin da ora tali uomini si stanno dimostrando all’altezza del compito, egli concederà a molti di loro privilegi ancora maggiori in futuro quando rivelerà quale ruolo avrà la classe del capo principale nel nuovo mondo. (w99 1/3 p. 17 § 18 Il “tempio” e il “capo principale” oggi)

La "classe del capo principale"? L'organizzazione sembra apprezzare le sue classi. La "classe di Geremia", la "classe di Isaia", la "classe di Gionadab" … la lista continua. Dobbiamo davvero credere che Geova ispirò Isaia a profetizzare su Gesù come Re, e poi, ignorando totalmente il corpo di Cristo - i figli di Dio, fargli scrivere degli anziani, sorveglianti di circoscrizione e anziani delle Betel dei Testimoni di Geova? Gli anziani della congregazione vengono mai chiamati principi nella Bibbia? Quelli che sono chiamati principi o re sono gli eletti, i figli unti di Dio, e questo, solo dopo che sono stati gloriosamente risorti. Isaia si riferiva profeticamente all'Israele di Dio, i figli di Dio, non agli uomini imperfetti.

Detto questo, come potranno servire come fonte rinfrescante di acqua di vita e di rocce protettive? Che bisogno ci sarà per queste cose se, come sostiene l'organizzazione, il Nuovo Mondo sarà un paradiso fin dall'inizio? Considera ciò che Paolo ha da dire su questi principi o re: “La creazione attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. Infatti la creazione è stata sottoposta alla futilità (non di propria volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta) sulla base della speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio. Sappiamo infatti che fino ad ora tutta la creazione continua a gemere e soffrire.” (Romani 8:19-22)

La "creazione" è considerata come distinta dai "Figli di Dio". La creazione di cui parla Paolo è caduta, è l'umanità imperfetta - gli ingiusti. Questi non sono figli di Dio, ma sono lontani da Dio e hanno bisogno di riconciliazione. Questi miliardi di persone saranno risuscitati sulla terra con tutte le loro debolezze, pregiudizi, carenze e bagagli emotivi intatti. Dio non scherza con il libero arbitrio. Dovranno cavarsela da soli, decidere di propria volontà di accettare il potere salvifico del riscatto di Cristo. Come Gesù ha fatto con Pietro, questi avranno bisogno di cure amorevoli per essere restituiti a uno stato di grazia con Dio. Questo sarà il ruolo dei sacerdoti. Alcuni non accetteranno, si ribelleranno. Sarà necessaria una mano ferma e potente per mantenere la pace e proteggere coloro che si umiliano davanti a Dio. Questo è il ruolo dei re. Ma tutto questo è il ruolo degli umani, non degli angeli. Questo problema umano non sarà risolto dagli angeli, ma dagli umani, scelti da Dio, testati per la loro condizione fisica e dotati del potere e della saggezza per regnare e curare.

In sintesi

Se stai cercando risposte definitive su dove vivremo e su cosa saremo una volta che riceveremo la nostra ricompensa, mi dispiace di non potertele dare. Il Signore semplicemente non ci ha rivelato queste cose. Come disse Paolo: “Adesso vediamo immagini indistinte in uno specchio di metallo, ma allora sarà faccia a faccia. Adesso ho una conoscenza incompleta, ma allora conoscerò in modo accurato, così come sono conosciuto in modo accurato.” (1 Corinti 13:12) Posso affermare che non vi è alcuna prova chiara del fatto che vivremo in cielo, ma l'abbondanza di prove supporta l'idea che saremo sulla terra. Dopotutto, è il posto per l'umanità.

Saremo in grado di passare tra il cielo e la terra, tra il dominio spirituale e il dominio fisico? Chi può dirlo con certezza? Sembra essere una possibilità concreta.

Qualcuno potrebbe chiedere, ma cosa succede se non voglio essere un re e un prete? E se volessi vivere sulla terra come un umano medio? Ecco quello che so: Geova Dio, attraverso suo figlio Gesù Cristo, ci offre l'opportunità di diventare suoi figli adottivi anche adesso nel nostro attuale stato di peccato. Giovanni 1:12 dice: “comunque, a tutti quelli che l’hanno accolto ha concesso il diritto di diventare figli di Dio perché hanno esercitato fede nel suo nome.” Qualunque sia la forma del nostro nuovo corpo, qualunque sia la ricompensa, dipende da Dio. Ci fa un'offerta e non sembra prudente metterla in discussione, dire, per così dire, “va bene, Dio, ma cosa abbiamo come seconda opzione?"

Cerchiamo semplicemente di porre fede nelle realtà che non si vedono, affidandoci al nostro amorevole Padre per renderci felici oltre i nostri sogni più sfrenati.

Leggi l'articolo originale in questa pagina: Our Christian Hope
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

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Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
Carl-Bloch-Sermon-on-the-Mount
Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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