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Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Perimeno
I tempi difficili hanno avuto inizio nel 1914 o sono ancora per il futuro?
Enrique Meseguer - https://pixabay.com/en/users/darksouls1-2189876/ CC0 Public Domain
Domanda: Paolo ha scritto che “negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili”. Dato il fatto che 1914 non trova le sue basi nella cronologia biblica, né ha a che fare con la venuta di Gesù o la sua presenza, mi chiedevo quando devono applicarsi le parole di Paolo. Considerando la scena del mondo senza precedenti nella storia, come la distruzione dell’ambiente, i disordini sociali, ecc. si può pensare che i tempi difficili si applicano alla nostra epoca, o è ancora per il futuro? Gesù disse in Matteo 24:8: “Tutte queste cose sono il principio dei dolori di afflizione”. Quindi, mi chiedo come collegare queste due idee, visto che questo non è ancora successo ma che le condizioni del mondo stanno peggiorando.

Risposta: A volte, tendiamo a dimenticare che sono i discepoli di Cristo che hanno fatto la domanda circa “la conclusione del sistema di cose” e che la risposta è stata data a loro. Essi potevano vedere il compimento di un gran numero di segni, perché sono stati direttamente colpiti da ciò che stava accadendo nel sistema di cose giudaico. Ma non tutto quello che Gesù ha predetto si è realizzato nel primo secolo, così come non tutto si applica esclusivamente ai nostri giorni. Per esempio, confrontiamo le parole di Gesù riguardo alla “conclusione del sistema di cose” di Matteo 13 con quelle di Matteo 24. La “mietitura” che è “il termine di un sistema di cose” di Matteo 13 non si è verificata nel primo secolo, dal momento che Gesù ha detto che il grano e la zizzania devono crescere insieme fino alla mietitura, quando entrambi potranno essere chiaramente identificati. La mietitura ha a che fare con il suo ritorno nel suo regno glorioso. – Matteo 25:14-33; Luca 12:40-46 Hai ragione nel dire che “1914 non trova le sue basi nella cronologia biblica, né ha a che fare con la venuta di Gesù o la sua presenza”. La prima guerra mondiale non ha segnato l’inizio del “tempo della fine” e neppure l’arrivo di Gesù in quell’anno. Tutti gli insegnamenti della Società servono per affermare la propria autorità sul popolo di Dio, come Paolo l’ha predetto. (2 Tessalonicesi 2:3-12) Non ha nulla a che fare con la cronologia biblica ed è contrario a ciò che Gesù disse ai suoi discepoli in atti 1:7. L’importanza che la Società dà a 1914 si basa interamente nella rilettura di Rutherford dei calcoli di Russell (che aveva calcolato non 1914, ma piuttosto 1913, dal momento che Russell non aveva capito che non c’era un anno zero tra l’anno -1 e l’anno 1, il che tuttavia non ha nessuna importanza visto che i suoi calcoli non portano a niente in entrambi i casi e che sono privi di significato. Russell credeva che Gesù era arrivato nel 1874 e che il mondo sarebbe stato distrutto nel 1914, momento in cui gli “eletti” sarebbero stati portati in cielo. Naturalmente, questo non è avvenuto). Secondo le proprie parole di Gesù, l’osservazione del segno della sua presenza sarebbe la prova che la sua presenza sarebbe vicina. Esattamente l’opposto di quello che diceva Rutherford, che sosteneva che il segno era la prova della sua presenza nel regno a partire dal 1914. – Vedi Matteo 24:32-34; Luca 21:28-32 Dato che sono stati i discepoli di Gesù che hanno chiesto la domanda relativa alla conclusione del sistema di cose, la risposta di Gesù fu un segno per loro, non per il mondo in generale. Per capire questo, è necessario pensare ai discepoli di Gesù del primo secolo. Gesù non ha dato il segno della conclusione del sistema di cose ai Romani, neppure ad altri miscredenti, ma il segno includeva cose che sarebbero accadute nel mondo, come l’essere oggetto di odio dalle le nazioni, o la vista di Gerusalemme circondata da eserciti accampati (i Romani). La conclusione del sistema di cose si applicò nel primo secolo ai Giudei che erano il popolo di Dio ma avevano respinto il Messia, Gesù, il mediatore del nuovo patto, e, pertanto, non sono stati introdotti nel nuovo patto. Il sistema giudaico scomparve quando fu distrutto dai Romani nel 70. (confrontare con Luca 19:41-44; 21:12-22) Gesù ha dato indicazioni ai suoi discepoli in mode che essi non siano spazzati via con gli empi. I segni non si applicarono al sistema di cose romano, che continuò per molti secoli ancora. Ai nostri giorni, le indicazioni a proposito della conclusione del sistema di cose ( o gli ultimi giorni, come scrisse Paolo), che comprendono i “tempi difficili” che hai citato, sono destinati principalmente al popolo di Dio, per la sua protezione. (Giovanni 3:17,18; 2 Timoteo 3:1-7) Molti dei segni predetti trovano i loro adempimenti all’interno della casa di Dio, dal momento che il giudizio di Dio inizia con il suo popolo, nel tempo in cui rimuove il malvagio di fra i giusti. (1 Pietro 4:17-19; Matteo 13:40-43,49; Ezechiele 13:9,10; 2 Tessalonicesi 2:3,4,9,10) Gesù disse che avremo bisogno di perseveranza perché i tempi difficili iniziano con lupi che si introducono all’interno della congregazione, mancanza di amore fra i suoi discepoli e odio dai membri della propria famiglia. (Matteo 7:15-20; 24:9-13; 2 Pierre 2:1-3) Il tempo della fine, o ultimi giorni, non è l’ultimo giorno del popolo di Dio obbediente, ma lo è prima per i malvagi, quelli che sono all’interno della casa di Dio, e quindi per il resto del mondo che si è separato da Dio. Geova proteggerà il suo popolo. – Salmo 37:10,11,34,37,38; 2 Tessalonicesi 1:2-10; Rivelazione 7:13-17; 19: 17-21 Le parole di Gesù ai discepoli testimoni della sua ascensione al cielo ci aiutano a capire che non c’è modo di calcolare il momento dell’inizio della fine. (Atti 1:7; Matteo 24:36) No, il tempo della fine non è iniziato nel 1914 con lo scoppio della prima guerra mondiale. Ma possiamo essere sicuri che quando inizierà davvero, vedremo anche allo stesso tempo i numerosi segni predetti da Gesù relativi alla conclusione del sistema di cose. Non ci sarà semplicemente un unico segno che segnerà l’inizio. Tutte le cose predette si svolgeranno durante questo breve periodo di tempo, il tempo di una generazione. – Luca 21:28-32 Il modo in cui Geova ha trattato il suo popolo in passato è anche une buona indicazione su come agirà di nuovo con i suoi servitori nel futuro, sopratutto nel tempo della fine. (confronta 1 Corinti: 10:11) Il tempo della fine inizia con Geova esponendo (rivelando) il malvagio (l’illegale) all’interno di suo popolo, rendendo publico i suoi peccati e i suoi errori e chiedendogli di pentirsi. In passato, prima di eseguire i suoi giudizi, Geova ha sempre dato la possibilità di pentirsi. Lo ha fatto esponendo i loro “panni sporchi”, come si suol dire. (2 Cronache 36:15,16; 2 Tessalonicesi 2:8) L’esecuzione del malvagio verrà al tempo previsto, all’improvviso, inaspettatamente. (Ezechiele 33:11-16; Matteo 24:37-39; Romani 23-6) Verrà su questa generazione malvagia che ha ricevuto l’avvertimento. Il tempo della fine inizia con l’esposizione dei peccati di questa generazione, la quale avrà una durata di circa quarant’anni, corrispondendo alla durata della predicazione del giudizio da parte di Geremia e Ezechiele o allora il tempo che iniziò ai giorni di Gesù quando Giovanni appellava al pentimento e amministrava il battesimo per il perdono dei peccati. (Matteo 3:7-10; 23:36-38; Numeri 32:13) Geova non ci dice in anticipo quando inizia il tempo della fine, ma saremo in grado di capirlo dopo la fine del periodo dell’avviso ai malvagi. E certamente, come nel passato, sarà qualcosa che avremmo notato in quel momento, ma del quale non avevamo apprezzato l’importanza, come è stato il caso nei tempi di Geremia, e anche nel primo secolo, quando i malvagi si rifiutarono di prestare attenzione. – Matteo 13:13-15 Ora, la domanda vitale alla quale dobbiamo dare una risposta è quella: siamo testimoni dei segni predetti nelle scritture, sia all’interno delle congregazione che nel mondo in generale? Paolo disse: “non [siamo] nelle tenebre, così che quel giorno venga su di [noi] come su dei ladri, poiché [siamo] tutti figli della luce e figli del giorno. Noi non apparteniamo né alla notte né alle tenebre”. (1 Tessalonicesi 5:2-5) Di conseguenza, quelli di noi che sono svegli si renderanno conto che siamo nel periodo nel corso del quale Geova chiede al suo popolo di pentirsi, portando alla nostra attenzione i nostri peccati e i continui cambiamenti di “parole ispirate di errori” pronunciate come se fossero dichiarazioni sue, tutte ampiamente discusse per tutto il mondo per mezzo di Internet. Spero di aver risposto alla tua domanda. Naturalmente, non è quello che insegna la Società. Prima di poter vedere attraverso le cose che abbiamo assorbite per anni alle riunioni o tramite le pubblicazioni, dobbiamo esaminarle alla luce delle Scritture e discernere quello che succede intorno a noi, anche nelle nostre congregazioni. – Matteo 9:16,17
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

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Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
Carl-Bloch-Sermon-on-the-Mount
Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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