BaruQ
Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Perimeno
Che cosa significa 607 aC per te? Ha importanza?
Jeremiah lamenting the destruction of Jerusalem - Rembrandt
“Ed egli cambia i tempi e le stagioni, rimuove i re e stabilisce i re, dà sapienza ai saggi e conoscenza a quelli che conoscono il discernimento. Rivela le cose profonde e le cose nascoste, conoscendo ciò che è nelle tenebre; e presso di lui dimora in effetti la luce.” Daniele 2:21,22
Gesù ha fatto del regno di Dio il centro del suo ministero, predicandolo come buona notizia ovunque andasse. Egli ci ha insegnato non solo a pregare per il regno a venire, ma ha anche sottolineato che dovrebbe occupare il posto più importante nella nostra vita. (Matteo 6:9,10, 33; Luca 4:43) Questo è il regno che Dio predisse per mezzo del suo profeta Daniele, quando ha detto che egli “stabilirà un regno che non sarà mai ridotto in rovina... Esso stritolerà tutti questi regni [esistenti]e porrà loro fine, ed esso stesso sussisterà a tempi indefiniti”. Nella visione Daniele ha visto “qualcuno simile a un figlio dell’uomo” a cui Dio ha dato “dominio e dignità e regno, affinché tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue servissero proprio lui”. (Daniele 2:44; 7: 13,14) Insieme con il figlio dell’uomo, Daniele ha visto inoltre che ”il tempo determinato è arrivato” e “il regno e il dominio e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli furono dati al popolo che sono i santi del Supremo.”(Dan 7:18, 22, 27) Comprensibilmente, il popolo di Dio si è fatto domande su questo regno fin dai giorni di Daniele. (1 Pietro 1: 10-12) Durante il suo ministero, Gesù ha fornito molte delle risposte, come le prossime benedizioni di quel regno l’identità del “figlio dell’uomo”, e dei “santi”. (Matteo 11: 4,5; 16:28-17: 9; 19: 27,28; 25:31; Luca 12:32) Ma non ha dato ai suoi discepoli la risposta forse la più intrigante di tutte le domande: Quand’è che ”il tempo determinato” arriva perché il regno di Dio venga? Ci sono delle indicazioni, ovunque nelle Scritture, che potrebbero essere utili per calcolare con precisione il tempo per la costituzione del regno di Dio?

Nel corso dei secoli alcuni hanno pensato che Dio ha dato degli indizi per rispondere a questa domanda, con conseguente difesa di varie date, solo per essere poi respinta con il passare del tempo. Nella seconda parte del XIX secolo, il 1914 ha ricevuto una particolare attenzione da parte di alcuni che avevano calcolato quell’anno come il tempo per Dio di stabilire il suo regno. Il libro Venga il tuo regno (pubblicato dalla Watchtower Bible and Tract Society di New York, Inc., 1981) ha dichiarato: “Possiamo esser felici che molto tempo fa Dio facesse scrivere nella sua Parola profezie che ci fanno calcolare così chiaramente il tempo della venuta di Gesù come Messia nel 29 E.V., e anche della sua “presenza” come glorioso Re celeste dal 1914 E.V.” kc Cap. 14 pp. 138-139 par. 30 Il re regna! È vero che Dio molto tempo fa aveva dato profezie che danno chiaramente i tempi della presenza di Gesù come glorioso re celeste dal 1914? A quali profezie si sta riferendo? Come hanno fatto per arrivare al 1914? Merita la nostra fiducia? Ha importanza? Prima di considerare la risposta a queste domande, dobbiamo prima guardare a ciò che Dio stesso ha detto per quanto riguarda i “tempi o le stagioni che [egli] ha posto nella propria autorità.” (Atti 1:7)
”Le paroles sono rese segrete e sigillate”
“Va, Daniele, perché le parole sono rese segrete e sigillate sino al tempo della fine.” - Daniele 12:4, 9.
La domanda “Fra quanto sarà la fine delle cose meravigliose?” è stata anche proposta a Daniele; ma invece di ricevere una risposta gli è stato detto: “Sarà per un tempo fissato, tempi fissati e una metà. E appena si sarà finito di frantumare la potenza del popolo santo, tutte queste cose perverranno alla loro fine”. (Dan. 12: 7) Daniele si chiese che cosa il tempo fissato, tempi fissati e una metà comportava. “Ora in quanto a me, udii, ma non potei comprendere; così che dissi: “O mio signore, quale sarà la parte finale di queste cose?” Ed egli proseguì, dicendo: “Va, Daniele, perché le parole sono rese segrete e sigillate sino al tempo della fine. Molti si purificheranno e si imbiancheranno e saranno raffinati. E i malvagi di certo agiranno malvagiamente, e nessun malvagio comprenderà; ma quelli che hanno perspicacia comprenderanno.” (Dan 12: 8-10; 7: 25,26) Daniele non ha avuto la durata del tempo implicato. Né gli è stato rivelato come lui, o chiunque altro, potrebbe decifrarlo. Non era affar suo saperlo! Gli è stato semplicemente detto: “Va, Daniele, perché le parole sono rese segrete e sigillate sino al tempo della fine.” Anche se Geova aveva rivelato a Daniele i “tempi e le stagioni” in connessione con il regno e eventi che dovevano aver luogo nel corso di molti secoli, non gli divulgò alcun determinato periodo di tempo, né alcuna formula che avrebbe aiutato a capire una data particolare in cui i servitori di Dio potrebbe impostare il loro allarme. Questa mancanza di conoscenza dell’ora esatta implicata è diventata ancora più evidente quando Gesù era sulla terra. Ha fatto del regno il centro del suo ministero, predicandolo come buona notizia ovunque andasse. (Mt 4:23) Ha dimostrato perché il regno di Dio è davvero “una buona notizia” quando ha guarito i malati e risuscitato i morti, benedizioni che si verificheranno sotto il regno di Dio. (Matteo 11:2-6; Atti 24:15; Rivelazione 21: 3,4) Gesù ha fornito le risposte a molte delle domande riguardanti il regno, ma quando i suoi discepoli chiesero la questione più scottante di tutte, quella che riguarda la data, [“Ristabilirai in questo tempo il regno d’Israele?”], Gesù con fermezza disse loro: “Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità.” (Matteo 6: 9,10; Atti 1: 6,7) In armonia con questo, in una precedente occasione disse: “In quanto a quel giorno o a quell’ora nessuno sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre”. (Marco 13: 32,33) Egli stesso non sapeva in quel momento il giorno o l’ora, o anche l’anno in cui Dio aveva deciso per lui di “sedersi sul suo glorioso trono.” (Matteo 25:31; Ebrei 10:12,13) Il fatto che Gesù stesso non sapeva la data indica che non vi è alcun modo scritturale di calcolo di tale informazioni in anticipo. Egli conosceva certamente l’anno in cui Gerusalemme fu distrutta, ed esattamente quando i settant’anni profetizzati da Geremia iniziarono e finirono; come ha fatto il profeta Daniele, essendo vissuto in quel momento! (Ger 25:12; Dan 9:2) Tuttavia, tali informazioni non ha aiutato affatto! E perché no? Perché, come ha detto Gesù: “Non sta a [noi]”. (Atti 1:7) È interessante notare che La Torre di Guardia riconosce questa semplice verità.
PER coloro che “sospirano e gemono per tutte le cose detestabili che si fanno” nella cristianità e in tutta la terra, è più che naturale chiedersi quando questo sistema malvagio finirà e sarà sostituito dal giusto nuovo mondo di Dio. (Ezechiele 9:4; 2 Pietro 3:13) Gli apostoli rivolsero a Gesù domande di carattere cronologico poco prima della sua morte e dopo la sua risurrezione. (Matteo 24:3; Atti 1:6) Rispondendo, però, Gesù non fornì la chiave per calcolare delle date. In un caso diede loro un segno composito e nell’altro disse che ‘non stava a loro acquistare conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre aveva posto nella propria autorità’. — Atti 1:7.
Gesù stesso, pur essendo l’unigenito Figlio di Geova, non sempre conosceva il tempo stabilito dal Padre per certi avvenimenti. Nella sua profezia sugli ultimi giorni Gesù riconobbe umilmente: “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre”. (Matteo 24:36) Gesù era disposto ad aspettare pazientemente che il Padre gli rivelasse il tempo esatto in cui intraprendere un’azione distruttiva nei confronti di questo sistema di cose malvagio.
Dal modo in cui Gesù rispose alle domande su quando sarebbero avvenute certe cose in adempimento del proposito di Dio si possono desumere due cose. Prima, che Geova ha una sua tabella di marcia, e, seconda, che è solo lui a stabilirla, e i suoi servitori non possono aspettarsi di ricevere in anticipo informazioni precise sui suoi tempi o sulle sue stagioni. —w98 9/15 p. 10 par. 1-3 Tempi e stagioni nelle mani di Geova.
Quando al profeta Daniele è stato detto che le “parole sono segrete e sigillate sino al tempo della fine”, non significava che in quel momento al popolo di Dio sarebbe stata data la chiave per qualche formula matematica segreta per calcolare l’anno o gli anni coinvolti. Non sarebbe necessario, perché Gesù ha dato dei segni specifici che indicano a “quelli che hanno perspicacia” che il regno di Dio era ormai alle porte. (Luca 21: 29-31) Per questo motivo ha continuato sottolineando la necessità per loro di “stare vigilanti… siate pronti, perché in un’ora che non pensate viene il Figlio dell’uomo.” (Matteo 24:42, 44;. 25:13) Di conseguenza, piuttosto che il calcolo di un determinato numero di anni, sono i segni che Gesù ha indicato che avrebbero aperto le parole di Daniele che sono state “rese segrete e sigillate” sino al tempo della fine - segni che non sarebbero disponibili fino a quando quel momento sarebbe arrivato. Eventuali tentativi di interpretare queste cose prima del tempo stabilito sarebbero sicuri di fallire e ingannare le persone che avranno messo la loro fede in essi.
“Non sta a voi”
”Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità.” Atti 1:7
Gli apostoli di Gesù gli hanno chiesto una domanda incentrata sul tempo: “Signore, ristabilirai in questo tempo il regno d’Israele?” Invece di dare la risposta che cercavano, Gesù disse loro: “Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità.” In altre parole, il Padre ha trattenuto queste informazioni da loro! (Atti 1: 7) Pochi giorni prima Gesù aveva detto ai suoi discepoli che anche lui non aveva ricevuto tale informazione dal Padre, quando ha detto: “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre”. È per questo che avevano bisogno di “stare vigilanti, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà il vostro Signore.… perché in un’ora che non pensate viene il Figlio dell’uomo.” (Matt. 24:36, 42, 44) Non è forse questa anche la risposta che Daniele ha ricevuto alla domanda “Quanto tempo?” Chiaramente, non ci sarebbe modo di calcolare il tempo in anticipo. Pensi che sia importante per noi di ascoltare Dio quando dice che qualcosa non sta a noi? Egli ha sempre bisogno di spiegare perché non ci appartiene? (Genesi 3: 6) Credi che ci sono conseguenze quando non lo ascoltiamo; o è più probabile che Dio elogia la persona e dice: “Guardate che uomo intelligente! Egli è stato in grado di calcolare i tempi e le stagioni da solo”? Perché è sempre stata una sfida per il popolo di Dio di ascoltarlo? (Dt. 9: 13,14) Quando Geova ci dice che qualcosa non ci appartiene, significa chiaramente che abbiamo bisogno di stare lontano da essa! Possiamo anche dedurre che non ne abbiamo bisogno; e lui non ha bisogno di dirci il motivo! (Salmi 84:11) Diventare curioso al punto di stendere la mano per raggiungerlo, nonostante l’espressa limitazione di Dio significa ovviamente non essere obbedienti. Quando Geova disse ad Adamo ed Eva di non mangiare “dell’albero della conoscenza del bene e del male” che aveva piantato nel mezzo del giardino di Eden, significava per loro di stare lontano da esso, non toccarlo, nemmeno di considerare i suoi frutti con desiderio. Eva sapeva di quel comando, è per questo che, quando il serpente le ha chiesto: “È realmente così che Dio ha detto, che non dovete mangiare di ogni albero del giardino?”, ha risposto: “Del frutto degli alberi del giardino possiamo mangiare. Ma in quanto a mangiare del frutto dell’albero che è nel mezzo del giardino, Dio ha detto: ‘Non ne dovete mangiare, no, non lo dovete toccare affinché non moriate’”. Eva ha visto “che l’albero era buono come cibo e che era qualcosa che metteva voglia agli occhi, sì, l’albero era desiderabile da guardare. Prendeva dunque del suo frutto e lo mangiava”. (Genesi 3: 2,3, 6) La sottomissione di Adamo ed Eva e la lealtà al loro Creatore erano coinvolti, come indicato nel seguente articolo della Torre di Guardia:
Una ragione per cui abbiamo bisogno di camminare con Geova Dio è spiegata in Geremia 10:23: “So bene, o Geova, che non appartiene all’uomo terreno la sua via. Non appartiene all’uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo”. Perciò noi creature umane non abbiamo né la capacità né il diritto di dirigere il corso della nostra vita. Abbiamo assolutamente bisogno di guida. Quelli che insistono nel fare le cose a modo loro, senza tenere conto di Dio, commettono lo stesso errore di Adamo ed Eva. La prima coppia umana si arrogò il diritto di decidere da sé cos’era bene e cos’era male. (Genesi 3:1-6) Ma questo diritto semplicemente ‘non ci appartiene’. W05 1/11, p.22 par. 6 Camminerete con Dio?
Adamo ed Eva hanno chiaramente respinto il comando di Dio per quanto riguarda “l’albero della conoscenza del bene e del male”. Non è stato Dio che li incitati a mangiare da esso. Andare contro i comandi di Dio è sempre un atto di ribellione! Prendere qualcosa che non ci appartiene è lo stesso che rubare, e come un recente articolo della Torre di Guardia ha osservato: “Il furto, cioè l’impossessarsi di qualcosa che appartiene ad altri, è un’altra manifestazione di avidità. “Non devi rubare”, dice la Bibbia. (Esodo 20:15)”- w06 15/11 pag. 7 Una contesa che vi riguarda. Geova ci ha negato ogni conoscenza (come Satana ha insinuato ad Eva), o è solo la conoscenza per quanto riguarda i tempi ei momenti che egli ha posto nella propria autorità? La disobbedienza a Dio ha sempre delle conseguenze, senza eccezioni! (Gal 6: 7,8) E anche se Geova ha sempre chiaramente messo in guardia il suo popolo, è sempre stupefacente come alcuni servitori già fedeli si tuffano comunque a capofitto nella ribellione. (Rom. 1:32) Consideriamo il caso di re Uzzia. Era un re d’Israele, che “continuò a fare ciò che era retto agli occhi di Geova”. Ma non rimase per sempre fedele, perché “appena egli si fu fortificato, il suo cuore si insuperbì fino al punto di causare rovina, così che agì infedelmente contro Geova suo Dio”. Che cosa è stato che ha portato Uzzia a peccare? Entrò “nel tempio di Geova per bruciare incenso sull’altare dell’incenso.” Questo compito era riservato solo ai sacerdoti. Uzzia non ignorava questo fatto: “Immediatamente Azaria il sacerdote e con lui i sacerdoti di Geova, ottanta uomini valorosi, entrarono dietro a lui. Quindi tennero testa a Uzzia il re e gli dissero: “Non è affar tuo, o Uzzia, bruciare incenso a Geova, ma è affare dei sacerdoti figli di Aaronne, i santificati, bruciare incenso. Esci dal santuario; poiché hai agito infedelmente, e non ti è di alcuna gloria da parte di Geova Dio”. Uzzia, come il re unto ed essendo stato benedetto da Geova, credette davvero che questo lo rendeva esenti da obbedire a Dio? Avrebbe dovuto ascoltare il sacerdote Azaria, quando ha cercato di impedirgli di peccare: “Ma Uzzia si infuriò mentre nella sua mano c’era un incensiere per bruciare l’incenso, e, durante il suo furore contro i sacerdoti, la lebbra stessa rifulse sulla sua fronte davanti ai sacerdoti nella casa di Geova accanto all’altare dell’incenso. Quando Azaria il capo sacerdote e tutti i sacerdoti si voltarono verso di lui, ebbene, ecco, era colpito dalla lebbra sulla fronte! Eccitati, lo allontanavano dunque di là, e anche lui stesso si affrettò a uscire, perché Geova lo aveva colpito.” (2 Cron. 26: 1, 4, 16-20) Qual è la lezione che possiamo imparare dall’esempio di Uzzia? È possibile per qualcuno oggi di cadere nella stessa trappola di presumere avere tale auto-importanza al punto di considerarsi al di sopra della parola di Dio? (1 Cor. 10: 11,12) Quando Geova dice che non sta al suo popolo di ottenere la conoscenza dei tempi e delle stagioni che egli ha posto nella propria autorità, chi poi può avere il coraggio di credere che Dio lo provvederà con i mezzi che gli consentiranno di violare tale divieto? Dovremmo ammirare una tale persona?
“Si trarranno dietro i discepoli”
“So che dopo la mia partenza entreranno fra voi oppressivi lupi i quali non tratteranno il gregge con tenerezza, e che fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte per trarsi dietro i discepoli.”-Atti 20:29,30
Ci sono sempre state persone tra il popolo di Dio che, come il re Uzzia, non sono riuscite a riconoscere i comandamenti o restrizioni di Dio in riferimento a loro. Questo è stato anche il caso di coloro che non hanno potuto resistere a prendere il frutto dell'albero della “conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità." Nello spiegare la loro supposta comprensione speciale in cose che sono state "rese segrete e sigillate sino al tempo della fine”, queste persone di solito sono arrivate alla conclusione che il "tempo della fine" era già arrivato, e quindi era il momento stabilito per loro di sapere "le cose profonde di Dio.” (Daniele 12: 9; 1Cor 2,10). Purché è stato fatto in buona fede, la ricerca nei "sacri segreti" di Dio è di solito stata vista da molti come qualcosa da rispettare, anche ammirata come estremamente spirituale. (1 Cor. 13: 2; Gal 2, 6) Il risultato è che troppo spesso hanno attratto i propri seguaci. (Atti 20:30) Quando le loro previsioni e le aspettative non si sono materializzate, non ha scuoto la fede della maggior parte dei loro seguaci. Nessuna campanella ha suonato per richiamare alla mente gli avvertimenti di Dio al suo popolo contro tali profeti. (Matteo 24: 24,25; 2 Pietro 2: 1-3). Al contrario, le ipotesi fallite sono state presto spiegate con informazioni aggiornate che sono state poi prontamente accettate come "nuove verità". (Ger. 23: 31,32; Mt 24: 23-25). Non spiega questo il motivo della grande varietà di chiese della cristianità, ognuna avendo il suo leader spirituale? (2 Tim. 4: 3,4) Charles Taze Russell fu ammirato come qualcuno che è stato molto benedetto con una profonda conoscenza della Parola di Dio, e questo ha attirato a lui un certo numero di persone che lo seguivano.; circa un centinaio di anni più tardi alcun ancora basano la loro fede in gran parte su ciò che insegnava. Siamo interessati a lui per l'influenza che esercitò sul popolo di Dio. Da giovane ha iniziato uno studio serio delle Scritture, e subito cominciò a rendersi conto che le chiese della cristianità avevano idee pagane mescolato tra gli insegnamenti biblici. Questo lo disturbava notevolmente e si unì con altre persone che la pensavano come lui. Un articolo della Torre di Guardia ha offerto la seguente breve descrizione dei suoi primi anni e di alcuni degli uomini che sono hanno influenzato i suoi studi:
Verso la fine del XIX secolo alcune persone sincere cercavano di capire “il modello di sane parole”. (2 Tim. 1:13) Fra loro c’era Charles Taze Russell. Nel 1870 lui e alcuni altri che cercavano la verità formarono un gruppo per studiare la Bibbia. Nel 1872 analizzarono il soggetto della restaurazione. In seguito Russell scrisse: “Fino a quel momento non avevamo visto chiaramente la grande distinzione che c’è fra la ricompensa della chiesa che ora viene messa alla prova e la ricompensa dei fedeli del mondo”. La ricompensa di questi ultimi sarà “il ritorno alla perfezione della natura umana che un tempo il loro progenitore e capo, Adamo, aveva avuto in Eden”. Russell ammise che nello studio della Bibbia si era avvalso dell’aiuto di altri. Di chi?
Uno di questi era Henry Dunn, il quale aveva scritto in merito alla “restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità”. (Atti 3:21) Dunn sapeva che questa restaurazione significava tra l’altro elevare l’umanità alla perfezione sulla terra durante il Regno millenario di Cristo. Aveva preso anche in esame una domanda su cui molti si erano arrovellati: Chi vivrà per sempre sulla terra? Spiegò che milioni di persone saranno risuscitate, che sarà insegnata loro la verità e che avranno la possibilità di esercitare fede in Cristo.
Nel 1870 anche George Storrs giunse alla conclusione che gli ingiusti saranno risuscitati e avranno l’opportunità di vivere per sempre. Comprese inoltre dalle Scritture che se uno viene risuscitato ma non coglie questa opportunità “finirà nella morte, anche se il ‘peccatore avesse cent’anni’”. (Isa. 65:20) Storrs viveva a Brooklyn ed era l’editore di una rivista chiamata Bible Examiner.
Russell comprese dalla Bibbia che era arrivato il momento di far conoscere in lungo e in largo la buona notizia. Così nel 1879 cominciò a pubblicare La Torre di Guardia di Sion e l’Araldo della presenza di Cristo, chiamata ora La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova. In precedenza la verità circa la speranza del genere umano era compresa da pochissime persone, ma ora gruppi di Studenti Biblici in molti paesi ricevevano e studiavano La Torre di Guardia. L’idea che solo alcuni sarebbero andati in cielo mentre milioni di persone avrebbero ricevuto la vita umana perfetta sulla terra distingueva gli Studenti Biblici da gran parte della cristianità.
Il predetto “tempo della fine” iniziò nel 1914. La vera conoscenza riguardo alla speranza dell’umanità divenne abbondante? (Dan. 12:4) Nel 1913 i sermoni di Russell erano stampati su 2.000 giornali che avevano complessivamente 15.000.000 di lettori. Verso la fine del 1914 oltre 9.000.000 di persone su tre continenti avevano visto il “Fotodramma della Creazione”, un programma con filmati e diapositive che spiegava il Regno millenario di Cristo.-w09 15/08 pp 13-17 Vita eterna sulla terra: una speranza riscoperta
L’idea che “solo alcuni sarebbero andati in cielo" non era l'unico insegnamento che "distingueva gli Studenti Biblici da gran parte della cristianità". Più significativo è stato l'accento di Russell all'anno 1914. Inoltre, l'articolo di cui sopra ha anche affermato che "Il predetto “tempo della fine” iniziò nel 1914”. Proviamo a ragionare, ponendoci una semplice domanda: dal momento che al profeta Daniele fu detto che "le parole sono rese segrete e sigillate fino al tempo della fine”, e che il tempo predetto della fine si dice che ha iniziato nel 1914, nessuno dei suoi compagni ha fatto la domanda di come si poteva discernere le questioni in relazione a 1914 quasi quarant'anni prima di quell'anno straordinario? Dio ha fatto un'eccezione nel caso di Russell? Se scegliamo di credere questo, allora chiamiamo in causa la veridicità della parola di Dio stessa. (Giovanni 17:17; Romani 3:4) D'altra parte, è ragionevole concludere che, come nel passato, uomini presuntuosi cominciarono a interpretare le cose fuori di Dio, e in anticipo sul tempo fissato da lui. Gesù ha spiegato che piuttosto che qualche grafico matematico che fornisce la chiave per discernere il tempo della fine, sarebbe l'osservazione dei segni che ha dato in relazione ad esso che possa dare comprensione per coloro che cercano; e questi non sarebbero disponibili fino a che quel momento è arrivato. A parte i segni, non ci sarebbe modo di intendere le parole di Daniele prima del tempo della fine. È per questo che a Daniele è stato detto, "nessun malvagio (chiunque non ascolta Dio) a tutti comprenderà; ma quelli che hanno perspicacia comprenderanno." (Matteo 24: 3, 32-34; Dan 12,10) Dal momento che questi uomini hanno predetto con decenni di anticipo quando il regno di Dio sarebbe venuto, è logico aspettarsi che devono adattare le loro interpretazioni con il passare del tempo, perché non era lo spirito di Dio che ha insegnato loro. I fatti hanno dimostrato che è stato così?
"Due errori lievi"
"Hai posto i nostri errori proprio di fronte a te, Le nostre cose nascoste dinanzi alla tua luminosa faccia.” - Salmo 90:8
Secondo la spiegazione di Russell, la data di 1914 era essa stessa dipendente da un’altra data fondamentale, vale a dire, 606 aC, l'anno in cui si credeva che Gerusalemme fu distrutta. Questa data, tuttavia, è stata poi cambiato in 607 aC. Come mai? Ecco come un articolo della Torre di Guardia ha spiegato la discrepanza:
A questo punto alcuni si chiederanno perché Charles T. Russell nel 1877 ha utilizzata la data del 606 aC per la caduta di Gerusalemme, mentre La Torre di Guardia in questi ultimi anni ha utilizzato 607 aC. Questo perché, alla luce delle ricerche moderne, si è scoperto che sono stati fatti due errori lievi, che si annullano a vicenda per dare per lo stesso risultato, vale a dire, 1914. Per quanto riguarda il primo errore, Russell e altri hanno considerato 1 aC e 1aD come due anni, mentre in realtà c’è solo un anno perché, come è stato detto sopra, non vi è alcun anno "zero" nel sistema aC-aD di conteggio degli anni. "L'era cristiana cominciò, non senza anno, ma con un 1° anno." - The Westminster Dictionary of the Bible, p. 102. - W52 5/1 p. 271 pars. 21-22 Determinare l'anno dai fatti e dalla Bibbia. (Tradotto dall’edizione inglese)
Come spiegato in precedenza, Russell aveva commesso un errore in quanto egli non ha preso in considerazione il fatto che non c'era l'anno zero tra 1 aC e 1 dC. Se l’avesse capito fin dall'inizio, avrebbe pubblicizzato il 1913 piuttosto che 1914, e probabilmente non sarebbe sentito nulla di più al riguardo. Quando l'errore è stato scoperto dopo la sua morte, si è reso necessario un adeguamento al suo calcolo. Questo errore e la sua correzione è stato finalmente riconosciuto nel 1944. Per ovvie ragioni 1914 era intoccabile! Dopo tutto, non fu lo scoppio della grande guerra quello stesso anno che giustificò Russell come un profeta di Dio, mentre nulla di significativo si è verificato nel 1913? È una cosa delicata di correggere un errore senza perdere di credibilità. Non si poteva semplicemente annunciare che dopo un ulteriore esame, si è scoperto che Russell aveva sbagliato di un anno e poi continuare come se nulla fosse accaduto, rimuovendo questo anno a fine di correzione. L'aggiustamento necessitava di essere giustificato e spiegato, e questo è ciò che è stato chiamato il "secondo errore" di Russell. È stato osservato che a causa di "inesattezze" e "di mancanza di aggiornamenti sulle evidenze archeologiche," C.T. Russell aveva usato l'anno sbagliato come il punto di partenza per il calcolo dei suoi 2520 anni. In altre parole, il Pastore Russell non fece uno, ma due errori e i due errori si annullano a vicenda, con conseguenze la meravigliosa verità come lo conosciamo oggi. Ecco come La Torre di Guardia nel 1952 ha spiegato il necessario aggiustamento fatto per legittimare la correzione del "lieve secondo errore" di Russell:
Il secondo errore è stato quello di non iniziare a contare i 2.520 anni al momento giusto alla luce dei fatti storici e delle circostanze. Praticamente tutta la cronologia originale della Bibbia converge in accordo con la storia secolare verso l'anno 539 aC., quando c'è stata la presa di Babilonia dai re Medi e Persi, Dario e Ciro. Negli ultimi anni diverse tavolette cuneiformi riguardanti la caduta di Babilonia sono state scoperte che collegano date storiche sia bibliche che secolari. Una tavoletta, denominata "Cronache di Nabonedo", fornisce la data della caduta di Babilonia che gli specialisti hanno determinato come il 12-13 ottobre 539 aC., secondo il calendario giuliano, o 6-7 ottobre 539 aC., secondo il calendario Gregoriano corrente. Questa tavoletta dice anche che Ciro ha fatto il suo ingresso trionfale in Babilonia 16 giorni dopo la sua caduta nelle mani del suo esercito. Così il suo anno di ascensione è iniziato nell'ottobre 539 aC. Tuttavia, in un altra tavoletta cuneiforme denominata "Strassmaier Cyrus 11" il primo anno di Ciro è menzionato come avendo iniziato il 17-18 marzo 538 aC., E ha finito il 4-5 marzo 537 aC. È in questo primo anno che Ciro ha emanato il suo decreto che permetteva ai Giudei di ritornare a Gerusalemme per ricostruire il tempio (Esdra 1: 1). L'ordine può essere stato rilasciato verso la fine del 538 aC. o prima del 4-5 marzo 537 aC. - W52 5/1 p. 271 pars. 21-22 Determinare l'anno dai fatti e dalla Bibbia. (Tradotto dall’edizione inglese)
I testimoni di Geova, dal 1877 fino alla pubblicazione del libro "La verità vi farà liberi" nel 1943 hanno considerato 536 aC come l'anno per il ritorno degli ebrei in Palestina, basando i loro calcoli per la caduta di Babilonia su storie secolari che erano imprecisi, non aggiornati sulle evidenze archeologiche. Questo significava che i settant'anni di desolazione per Gerusalemme di Geremia corsero da 536 aC a 606 aC, invece del più coretto e ormai noto 537 aC a 607 aC (2 Cron 36:21;.. Ger 25:12; Zac 1:12). Con la data assoluto di sopra per la caduta di Babilonia, la data 607 aC è su un terreno solido per la caduta di Gerusalemme, quando il re Nabucodonosor di Babilonia pone fine alla dinastia davidica in carica portando l’ultimo sovrano di Gerusalemme, il re Sedechia, prigioniero. Questo porta all’ importante data moderna del 1914, che segna la fine dei "sette tempi" di 2.520 anni di dominio gentile dalla prima caduta di Gerusalemme nel 607 aC (Dan. 4: 9-16; Luca 21:24) La regolazione di un anno per la caduta di Gerusalemme al 607 aC è stato riconosciuto nel libro "Il Regno è vicino" del 1944 (italiano 1950), la nota di pagina 171, e anche nella Torre di Guardia del 1952, pagina 271. - W55 2/1 p. 94, Domande dai lettori. (Tradotto dall’edizione inglese)
Quanto è affidabile l'affermazione che "la data 607 aC è su un terreno solido per la caduta di Gerusalemme" quando si basa su due lievi errori, che si annullano a vicenda? Si prega di riflettere sulle parole di Gesù quando ha detto: "Ciò che io insegno non è mio, ma appartiene a colui che mi ha mandato." (Giovanni 7: 16-17) Riuscite a immaginare Gesù facendo due errori nel suo insegnamento, che si annullano a vicenda per fare una verità, eppure sostenere ancora che egli viene insegnato da suo padre? Come è evidente nel caso di cui sopra, e come vedremo in seguito, una bugia richiede sempre più tempo per spiegare che una semplice verità. Spesso, la persona che dice una bugia si confonderà nel processo di spiegarla, racconterà altre menzogne, credendo che una bugia coprirà l’altra, in tal modo annullandosi a vicenda. I pubblici ministeri in una corte di giustizia colgono le incongruenze per esporre questi errori, e quindi, alla fine, la persona si trova colpevole, essendo stata condannata dalla sua stessa bocca. (2 Sam 1:16; Isaia 3: 12-15; Luca 19:22) I 2.520 anni, menzionati nell'articolo precedente, erano il numero che Russell aveva decifrato dalla Bibbia come indicando la lunghezza dei "Tempi dei Gentili" ("tempi fissati delle nazioni", TNM), come detto da Gesù, che egli identificava con un tempo fissato, tempi fissati e una metà di Daniele. (Luca 21:24) Ragionò che il tempo dei gentile era iniziati nel 606 aC (il 607 aC di oggi), con la distruzione di Gerusalemme e la rimozione dell'ultimo re d'Israele, che si diceva era seduto sul trono di Geova. Con queste informazioni, ha calcolato che sarebbero finiti 2.500 anni nel futuro, nel 1914, anno in cui Dio avrebbe di nuovo stabilito il suo regno, e avrebbe un re seduto sul suo trono. (1 Cronache 29:23; Matteo 25:31) Mi sia concesso di fare riferimento al libro “venga il tuo regno”, pubblicato nel 1981, che spiega:
Siamo aiutati a fissare la data di calendario dell’inizio dei Tempi dei Gentili consultando la Parola di Dio. Come abbiamo già notato, Geova permise ai babilonesi di vincere il suo popolo, distruggere Gerusalemme e il suo tempio, rimuovere Sedechia del “trono del regno di Geova” e portare i giudei in esilio a Babilonia. (I Cronache 28:5) Gli avvenimenti che seguirono “nel settimo mese” indussero i pochi giudei che erano rimasti nel paese a fuggire in Egitto, così che Giuda rimase quindi completamente desolato. (II Re 25:1-26; Geremia 39:1-10; 41:1–43:7) Geremia, profeta di Geova, aveva predetto che la desolazione sarebbe durata 70 anni. (Geremia 25:8-11) Quindi Geova avrebbe ‘chiesto conto al re di Babilonia del suo errore’ e ‘avrebbe ricondotto il Suo popolo in questo luogo’, nella loro patria. — Geremia 25:12; 29:10.
Daniele stesso visse in esilio in Babilonia per molti anni. La notte che Babilonia cadde nelle mani dei medo-persiani, egli fu testimone oculare dell’adempimento della sua stessa profezia, e delle altre profezie, contro quella città. (Daniele 5:17, 25-30; Isaia 45:1, 2) Gli storici calcolano che Babilonia cadde all’inizio di ottobre dell’anno 539 a.E.V. Subito dopo, Daniele comprese dalla profezia di Geremia che i 70 anni di cattività e desolazione di Gerusalemme stavano per terminare. (Daniele 9:2) E aveva ragione! Nel primo anno di Ciro il Persiano, che molti storici fanno risalire alla primavera del 538 a.E.V., Ciro emanò un decreto che permetteva ai giudei di tornare a ripopolare la loro patria e a ricostruirvi il tempio di Geova. (II Cronache 36:20-23; Esdra 1:1-5) Il racconto storico ispirato ci narra che i giudei risposero prontamente al decreto di Ciro, in modo che “quando arrivò il settimo mese i figli d’Israele erano nelle loro città”. (Esdra 3:1) Secondo il nostro calendario questo fu l’ottobre 537 a.E.V., data che segna pertanto il completamento dei predetti 70 anni di desolazione.
Questa informazione storica è per noi importante nel determinare il principio dei “fissati tempi delle nazioni”. Poiché i 70 anni di desolazione di Giuda e Gerusalemme finirono nel 537 a.E.V., cominciarono nel 607 a.E.V. Questo sarebbe l’anno in cui Sedechia smise di sedere sul “trono del regno di Geova” in Gerusalemme. Perciò, segna anche la data del principio dei Tempi dei Gentili. Contando dall’ottobre 607 a.E.V., i “sette tempi” di 2.520 anni ci portano all’inizio dell’ottobre 1914 E.V., quando, come abbiamo già visto, cominciò ad adempiersi la grande profezia di Gesù sul “termine del sistema di cose”. Le fidate informazioni della Parola di Dio sono la base di questa conclusione, che la rivista Torre di Guardia ha sostenuto per più di 100 anni.
Possiamo essere davvero grati che Geova abbia preservato nella sua Parola ispirata un accurato quadro dei particolari necessari circa i giudei, i babilonesi e i medo-persiani del sesto secolo a.E.V. Altrimenti sarebbe difficile ricomporre l’esatta cronologia degli avvenimenti di quel tempo, poiché gli annali secolari di quel periodo sono certamente incompleti.-kc. cap. 14 pp. 136-139 pars. 25-28 Il re regna!
Il suddetto articolo spiega come l'anno importante del 1914 è stato raggiunto, sulla base l'anno cardine di 607 aC. Merita la nostra fiducia? In realtà, è veramente importante come 1914 è stato calcolato? Gli eventi da allora non l’hanno confermato come essendo vero? Lasciamo le proprie pubblicazioni della Società stabilire l'affermazione che "la data 607 aC è su un terreno solido per la caduta di Gerusalemme." È fondamentale che lo facciamo perché un intero sistema di culto è stato costruito su quello dichiarato "terreno solido"; e almeno che il nostro culto si basa solidamente sulla Parola di verità di Dio, la nostra adorazione è vana. (Matteo 15: 8,9; Giovanni 4:. 23,24; 17:17; Atti 20:30; 2 Tim 4: 3,4).
Calcolando a ritroso da 539 aC
I testimoni di Geova, nella loro fervida attesa della seconda venuta di Gesù, hanno indicato certe date che si sono rivelate sbagliate. A motivo di ciò, alcuni li hanno accusati di essere falsi profeti. Tuttavia, in nessuno di questi casi essi hanno avuto la presunzione di fare predizioni ‘nel nome di Geova’. Non hanno mai detto: ‘Queste sono le parole di Geova’. La Torre di Guardia, l’organo ufficiale dei testimoni di Geova, ha detto: “Non abbiamo il dono della profezia”. (Gennaio 1883, pagina 425, ed. inglese) “Né vorremmo che i nostri scritti fossero riveriti o considerati infallibili”. (15 dicembre 1896, pagina 306, ed. inglese) La Torre di Guardia ha anche detto che il fatto che alcuni abbiano lo spirito di Geova “non significa che quelli che oggi servono quali testimoni di Geova siano ispirati. Non significa che gli scritti che appaiono su questa rivista La Torre di Guardia siano ispirati e infallibili e senza errori”. (1° dicembre 1947, pagina 301) “La Torre di Guardia non pretende di essere ispirata nelle sue affermazioni, né è dommatica”. (1° settembre 1951, pagina 270) “I fratelli che preparano queste pubblicazioni non sono infallibili. . . . I loro scritti non sono ispirati, come lo sono quelli di Paolo e degli altri scrittori della Bibbia. (II Tim. 3:16) E così, a volte, è stato necessario correggere certe idee man mano che l’intendimento aumentava. (Prov. 4:18)”. — 15 agosto 1981, pagina 19. - Svegliatevi! 22/03 1993 p. 4 "Perché tanti falsi allarmi?" Come indicato nella citazione precedente, possiamo davvero essere grati "che Geova abbia preservato nella sua Parola ispirata un accurato quadro dei particolari necessari circa i giudei, i babilonesi e i medo-persiani del sesto secolo a.E.V., Altrimenti sarebbe difficile ricomporre l’esatta cronologia degli avvenimenti di quel tempo, poiché gli annali secolari di quel periodo sono certamente incompleti”.-kc. cap. 14 pp. 136-139 par. 25-28 Il re regna! I servitori di Dio hanno l'obbligo di tenere "fermamente alla fedele parola in quanto alla sua arte di insegnare, affinché sia in grado di esortare mediante l’insegnamento che è sano e di riprendere quelli che contraddicono.” (Tito 1: 9) Per calcolare eventuali date per il periodo di tempo che coinvolge il popolo di Dio e la distruzione di Gerusalemme, abbiamo bisogno di andare a ritroso a partire dall'anno 539 aC, anno in cui Babilonia cadde nelle mani dei Medi e dei Persiani, come spiegato nella Torre di Guardia:
Bisogna capire che tutta la cronologia della Bibbia per gli eventi prima di 539 aC deve essere calcolata a ritroso a partire dalla data assoluta di 539 aC-w55 2/1 p. 94, Domande dai lettori (tradotto dall’edizione inglese)
Consultiamo i registri a disposizione dei regni dei re di Babilonia, al fine di stabilire l'anno più probabile in cui Gerusalemme fu distrutta, in adempimento della parola di Dio come predicato da Geremia. Si comincia con l'anno assoluto di 539 aC, come spiegato sopra. L'ultimo sovrano babilonese era Nabonedo. Per quanti anni ha regnato Nabonedo a Babilonia? Perspicacia nello studio delle Scritture risponde che fu l’”ultimo monarca assoluto dell’impero babilonese e padre di Baldassarre. Sulla base di testi cuneiformi si ritiene che abbia regnato circa 17 anni (556-539 a.E.V.).” Una Torre di Guardia del 1965 commentato a proposito di questo ultimo dei governanti babilonesi: ”Nabonide, che servì come governatore della Babilonia e fu il genero preferito di Nabucodonosor, salì al trono e ebbe un regno abbastanza glorioso fino alla caduta di Babilonia nel 539 aC. Ha dedicato il suo tempo alla letteratura, l'arte e la religione. Sarebbe stato il figlio di una sacerdotessa della luna a Harran (Haran), il che infatti lo aveva reso caro a Nabucodonosor.”-W65 1/1 p 29 il vanto della malvagio è di breve durata (tradotto dall’inglese) Così, Nabonedo governò dal 556 fino 539 aC. Nabonedo era succeduto a Labashi-Marduk, il figlio minorenne di Neriglissar, "un ragazzo vizioso" che è stato assassinato dopo nove mesi. Labashi-Marduk ha regnato nel 556 aC. per nove breve mesi. Aveva succeduto al padre Neriglissar. -W65 1/1 p 29 il vanto della malvagio è di breve durata (titolo tradotto dall’inglese) Neriglissar regnò per quattro anni, dal 560 al556 aC, “tempo che ha speso principalmente in operazioni di costruzione." -W65 1/1 p 29 il vanto della malvagio è di breve durata (titolo tradotto dall’inglese) Amel-Marduk (Evil-Merodac) come figlio maggiore ha succeduto a Nabucodonosor sul trono nel 581 aC. Regnò due anni, dal 562 al 560 aC, e fu ucciso da suo cognato Neriglissar. -W65 1/1 p 29 il vanto della malvagio è di breve durata (titolo tradotto dall’inglese) Nabucodonosor fu il "Secondo sovrano dell’impero neobabilonese; figlio di Nabopolassar e padre di Awil-Marduk (Evil-Merodac), che gli succedette al trono. Nabucodonosor regnò 43 anni”, dal 605 al 562 a.E.V. Fu il re Nabucodonosor che portò la distruzione predetta da Geova su Gerusalemme e il suo tempio, portando il popolo di Dio in esilio. Perspicacia nello studio delle Scritture dice:
Infine, nel 607 a.E.V., il 9 tammuz (giugno-luglio) dell’11° anno del regno di Sedechia (19° anno di Nabucodonosor contando dal suo anno di ascesa al trono o suo 18° anno di regno), fu aperta una breccia nelle mura di Gerusalemme. (Ger 52: 12,13)
Secondo le citazioni di cui sopra, esaminiamo la tabella qui sotto dei re babilonesi, la cui lunghezza della sovranità è considerata pertinente per stabilire l'anno in cui Gerusalemme fu distrutta, cioè "nel diciannovesimo anno del re Nabucodorosor." (Ger. 52:12) Contando a ritroso dalla data assoluta di 539 aC si arriva a 587 aC., non l'anno 607 aC. la quale si proclama che è su "un terreno solido."
  • Nabonedo [l’ultimo re supremo dell’impero babilonese, padre di Baldassarre]
    • Dal 539 al 556: 17 anni

  • Labashi-Marduk [assassinato dopo 9 mesi]
    • Dal 556 al 556: 9 mesi

  • Neriglissar
    • Dal 556 al 560: 4 anni

  • Evil-Merodac [assassinato da suo cognato Neriglissar]
    • Dal 560 al 562: 2 anni

  • Nabucodonosor [il 18° anno del regno (19° anno d’ascensione) di Nabucodonosor è l’anno 587 aC.]
    • Dal 562 al 605: 43 anni
Dopo un esame più attento delle pubblicazioni della Società per quanto riguarda la data dell’accessione al trono di Nabucodonosor, scopriamo che usano, non uno, ma tre diversi periodi di tempo, il che aumenta la confusione: (A) Perspicacia nello studio delle Scritture sostiene 624-582 aC come il periodo del regno di 43 anni di Nabucodonosor, segnando il suo "settimo anno di regno come terminando in aprile 617 aC". (it - Nabucodonosor) (B) D'altra parte, il libro Venga il tuo regno, stampato nel 1981, fissa il primo anno di regno di Nabucodonosor nel 604 aC, dicendo:
Secondo quella cronologia neobabilonese, il principe ereditario Nabucodonosor sconfisse gli egiziani nella battaglia di Carchemis nel 605 a.E.V. (Geremia 46:1, 2) Dopo la morte di Nabopolassar, Nabucodonosor tornò a Babilonia per assumere il potere. Il suo primo anno di regno cominciò la seguente primavera (604 a.E.V.).-kc p. 186 Appendice al Capitolo 14
(c) Per aggiungere ulteriore confusione, si sostiene che la dominazione di Nabucodonosor iniziò a contare quando è diventato sovrano del mondo dopo aver distrutto Gerusalemme nel 607 aC. Il libro ”Prestate attenzione alle profezie di Daniele”! spiega:
“Nel secondo anno del regno di Nabucodonosor”, scriveva il profeta Daniele, “Nabucodonosor sognò sogni; e il suo spirito si sentiva agitato, e il suo medesimo sonno fu fatto svanire da lui.’ (Daniele 2:1) Chi fece il sogno, Nabucodonosor, era il sovrano dell’impero babilonese. Era diventato effettivamente un governante mondiale nel 607 a.E.V. quando Geova Dio gli aveva permesso di distruggere Gerusalemme e il suo tempio. Nel secondo anno del regno di Nabucodonosor quale governante mondiale (606/605 a.E..V.), Dio gli mandò un sogno terrificante. -dp. Cap 4 pag. 46 par. 2 L'ascesa e caduta di un’immagine immensa.
Dando un occhiata più da vicino agli anni quanto sopra enunciate, combaciano? Se accettiamo (A) 624-582 aC., in questo caso il settimo anno del regno di Nabucodonosor cade nel 617 aC. Secondo (B), il settimo anno sarebbe 597 aC. Invece, accettando (C), arriviamo al 600 aC. È interessante notare che entrambi (B) & (C) posterebbero la distruzione di Gerusalemme (19° anno del re Nabucodonosor) rispettivamente nel -586 e -589, invece del -607, molto più vicino all’anno comunemente accettato del -587. (Geremia 52: 12-14) (vedi tabella) Non ci sono prove scritturali, però, che suggeriscono che Geova, o chiunque altro, abbia cominciato a contare il regno di Nabucodonosor a partire dal momento che Gerusalemme fu distrutta; e quindi dobbiamo respingere eventuali affermazioni sulla base di questo tipo di calcolo. La confusione sembra essere calcolata, intenzionale, perché sicuramente sono consapevoli di queste discrepanze. Chi si aspetta che chiunque faccia lo sforzo di fare la cernita in tutte queste date contrario? E tu? Eri a conoscenza delle informazioni in conflitto insegnate? A dispetto di tutto questo, la Watchtower sottolinea con fiducia che la loro cronologia deve essere giusta, perché dopo tutto, non hanno interpreto con precisione i "sette tempi" della profezia di Daniele indicando con esattezza 1914?
Per quale motivo i servitori di Geova hanno avuto tale perspicacia? Perché hanno piena fiducia nella scritta Parola di Dio, ubbidiscono ad essa e lo spirito di Geova è su di loro. Questo ha anche permesso loro di comprendere essenziali profezie bibliche, il che costituisce il quinto punto che vogliamo considerare.
Storici secolari, basandosi sulla propria interpretazione di quelle che talvolta sono tavolette frammentarie rinvenute dagli archeologi, hanno concluso che il primo anno di regno di Artaserse Longimano fosse il 464 a.E.V. e che il primo anno di regno di Nabucodonosor II fosse il 604 a.E.V. Se ciò fosse vero, il 20° anno di Artaserse comincerebbe nel 445 a.E.V. e la data della desolazione di Gerusalemme per mano dei babilonesi (avvenuta nel 18° anno di regno di Nabucodonosor) sarebbe il 587 a.E.V. Ma se chi studia la Bibbia usa queste date nel calcolare l’adempimento della profezia resterà semplicemente confuso.
I testimoni di Geova si sono interessati delle scoperte degli archeologi in quanto hanno relazione con la Bibbia. Comunque, dove l’interpretazione di queste scoperte contrasta con le chiare affermazioni della Bibbia, noi accettiamo con fiducia quello che le Sacre Scritture dicono, sia in materia di cronologia che in qualsiasi altro campo. Come risultato, i servitori di Geova riconoscono da tempo che il profetico periodo che ebbe inizio nel 20° anno di Artaserse si doveva contare dal 455 a.E.V. e quindi che Daniele 9:24-27 indicava attendibilmente l’autunno dell’anno 29 E.V. come il tempo dell’unzione di Gesù quale Messia. Per la stessa ragione, essi hanno compreso che la profezia del capitolo 4 di Daniele riguardo ai “sette tempi” si cominciò ad adempiere nel 607-606 a.E.V. e che additava l’autunno del 1914 E.V. come l’anno in cui Cristo fu intronizzato in cielo come Re regnante e questo mondo entrò nel suo tempo della fine. Ma non avrebbero compreso questi rallegranti adempimenti delle profezie se la loro fiducia nell’ispirazione delle Sacre Scritture avesse vacillato. Così, la perspicacia che hanno mostrato è stata direttamente associata alla loro fiducia nella Parola di Dio. -w89 15/3 pp. 15-17 Perspicacia che viene da Geova
Come è falso chiunque parli basandosi sulla Parola di Dio, mentre allo stesso tempo respinge le limitazione di Dio in connessione con i suoi "tempi e le stagioni" che ha tenuto segreto da noi. Geova li accusa: "E continuarono a rivolgermi il dorso e non la faccia, benché io insegnassi loro, alzandomi di buon’ora e insegnando, ma non c’era nessuno di loro che ascoltasse per ricevere disciplina." (Geremia 32:33)
I settant’anni di desolazione
Tutto questo paese deve divenire un luogo devastato, un oggetto di stupore, e queste nazioni dovranno servire il re di Babilonia per settant’anni. - Geremia 25:11
Il punto principale, o argomento, presentato come prova per stabilire 607 aC come l'anno per la distruzione di Gerusalemme, sono i "settant'anni" che Geova predisse in connessione con il suo giudizio sul suo popolo. Per mezzo del suo profeta Geremia, Dio predisse: "Poiché Geova ha detto questo: ‘Secondo il compimento di settant’anni a Babilonia vi rivolgerò la mia attenzione, e certamente realizzerò verso di voi la mia buona parola riconducendovi in questo luogo’.”(Geremia 29:10) Il profeta Daniele riuscì a discernere il tempo coinvolto per quanto riguarda i settant’anni: "Nel primo anno di Dario figlio di Assuero del seme dei medi, che era stato fatto re sul regno dei caldei, nel primo anno del suo regno io stesso, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni riguardo ai quali la parola di Geova era stata rivolta a Geremia il profeta, per compiere le devastazioni di Gerusalemme, [cioè] settant’anni. E volgevo la mia faccia a Geova il [vero] Dio, per cercar[lo] con preghiera e con suppliche, con digiuno e sacco e cenere."(Daniele 9: 1-3). Chiaramente, secondo entrambi i profeti, Geremia e Daniele, Geova predisse il passaggio di "settanta" anni in Babilonia. Per questo motivo, non è semplicemente sufficiente contare indietro settant’anni dalla data della caduta di Babilonia per stabilire l'anno della distruzione di Gerusalemme, a prescindere da come studiosi secolare interpretano le testimonianze archeologiche e storiche? Ci sono due importanti punti da considerare. In primo luogo, Geova non ha indicato esattamente in quale punto i predetti settant’anni cominciarono; questo è nella sua propria autorità e giurisdizione. Semplicemente contando indietro settant'anni dalla caduta di Babilonia non stabilisce per sé la data in cui Gerusalemme fu distrutta, perché ci sono diversi sviluppi che interessano il suo popolo che Geova avrebbe potuto avere in mente da cui iniziare i suoi calcoli. Il profeta Daniele è stato in grado di discernere in anticipo quando questi settant'anni sarebbero scadute? Era già in esilio a Babilonia quando lo raggiunse la parola che Gerusalemme era caduto nelle mani dei babilonesi, ma non ha distinto l'adempimento degli settant’anni fino a dopo che Babilonia era caduta nel potere dei Medi e dei Persiani, "nel primo anno di Dario." (Dan. 9: 1,2) Piuttosto che contare settant’anni dalla distruzione di Gerusalemme, Daniele comprese che il ripristino predetto degli esuli in patria era arrivato a causa della caduta di Babilonia dal potere. Prendiamo come esempio il tempo in cui Geova ha condannato il suo popolo ribelle a vagare nel deserto per quarant'anni. Quando hanno iniziato quei quarant'anni? Dio disse loro: "E i vostri figli diverranno pastori nel deserto per quarant’anni, e dovranno rispondere dei vostri atti di fornicazione, finché i vostri cadaveri giungano alla loro fine nel deserto. Secondo il numero dei giorni che esploraste il paese, quaranta giorni, un giorno per un anno, un giorno per un anno, risponderete dei vostri errori per quarant’anni, poiché dovete conoscere che cosa significa il mio estraniarmi."(Numeri 14: 33,34) Potremmo ovviamente concludere che i quarant’anni iniziarono a contare dal momento in cui Geova emesse la sua sentenza sul suo popolo ribelle, cioè quando le dodici spie tornarono dal loro viaggio di quaranta giorni nel paese che avevano spiato, viaggio che portarono l’allontanamento del popolo da Geova per quarant’anni, un anno per un giorno. Ma questo non è stato così! Perspicacia nello studio delle Scritture nota che gli Israeliti erano già nel secondo anno del loro esodo: ”Nel secondo anno dopo l’esodo dall’Egitto, gli israeliti partirono da Hazerot e si accamparono a Cades-Barnea. (Cfr. Nu 10:11, 12, 33, 34; 12:16; 13:26). Allora Mosè mandò 12 uomini a esplorare la Terra Promessa. Dieci di questi fecero un rapporto sfavorevole, provocando mormorii di ribellione fra gli israeliti. Perciò Geova condannò la nazione a vagare nel deserto." (it - Cades) L'intero periodo di tempo, dall’uscita dall'Egitto fino all’entrata nella terra promessa, è pari ai decretati quarant'anni (non quarantadue anni) dell’allontanamento da Dio. Nessuno, tanto meno i fedeli Giosuè e Caleb, vagava nel deserto per più di quarant'anni. Chi può dire che un simile conteggio del tempo non si rivela anche vero nel caso dei settant’anni considerati? Gli settant’anni si applicano a tutti gli ebrei, o solo alcuni? Consideriamo quanto segue: Perspicacia nello studio delle Scritture ci dice che gli esuli sono stati portati in Babilonia circa dieci anni prima della distruzione di Gerusalemme: ”Nel 617 a.E.V. il re Nabucodonosor portò in esilio a Babilonia la corte del re e gli uomini preminenti di Giuda." (it - esilio; Ioiachim.) Oltre alla corte reale, tra gli uomini più importanti deportati in Babilonia a quel tempo, c’erano Daniele ei suoi tre compagni; anche il profeta Ezechiele che serviva come profeta per quelli in esilio; e molti degli utensili del tempio di Gerusalemme. (Dan 1: 1-7; Ez. 1: 1-3). Per mezzo di quei servitori fedeli Geova prevede incoraggiamenti per gli altri ebrei che si sarebbero uniti a loro in obbedienza al suo comando: “E a questo popolo dirai: ‘Geova ha detto questo: “Ecco, vi metto davanti la via della vita e la via della morte. Chi se ne starà a sedere in questa città morirà di spada e di carestia e di pestilenza; ma chi uscirà e in effetti passerà ai caldei che vi pongono l’assedio continuerà a vivere, e la sua anima certamente diverrà sua come spoglia”’.”(Ger 21: 8,9; 27:12). Nota: se Gerusalemme cadde nel 607 aC, come ci insegna, dobbiamo supporre che ogni israelita che docilmente ha ascoltato Geova passando ai Caldei prima della distruzione, ha speso più di settant’anni in esilio? Ad esempio, i profeti Daniele ed Ezechiele servirono più di ottanta anni in Babilonia, dal momento che erano tra gli esuli precedenti? Ezechiele fa luce su questo quando ha scritto: “‘Alla fine accadde nel dodicesimo anno, nel decimo [mese], il quinto [giorno] del mese del nostro esilio, che venne a me lo scampato da Gerusalemme, dicendo: “La città è stata abbattuta!”” Tredici anni dopo, Ezechiele scrisse ancora: “Nel venticinquesimo anno del nostro esilio, all’inizio dell’anno, il decimo [giorno] del mese, nel quattordicesimo anno da che la città era stata abbattuta, in quel medesimo giorno la mano di Geova fu su di me …" (Ezechiele 33:21; 40: 1) Ezechiele ci dice che lui, e molti altri esuli per chi svolge il suo ministero come profeta, erano già in Babilonia per più di undici anni prima che Gerusalemme fu stata finalmente abbattuta. Questo crea un problema con la nostra comprensione attuale relativo a quando i settant’anni hanno iniziato il loro conteggio, come spiegato nella nostra letteratura! Se calcoliamo l'anno in cui Gerusalemme cade nei mani dei babilonesi contando indietro settant'anni dal rilascio degli esuli e dei loro ritorno in Palestina nel 537 aC, significherebbe, secondo Ezechiele, che i primi esuli spesero quasi ottantadue anni a Babilonia , non i settant’anni, come pronunciato da Geova. Sarebbe giusto? D'altra parte, se nessuno degli Ebrei erano in esilio per più di settant'anni, e che Geova iniziò l'inizio del periodo di tempo predetto con la deportazione degli esuli precedenti, tra cui Daniel e Ezechiele, allora la distruzione di Gerusalemme sarebbe stata più vicina al 596 aC (Babilonia cade sui medi e persiani in 539 aC, una data assoluta. Contando indietro settant’anni a partire dall'anno presunto del ritorno del dell'esilio in patria due anni dopo, nel 537 aC, ci dà 607 aC. Aggiungere le undici anni già servite dai primi esuli, come ne parla Ezechiele, ci porta a circa il 596 aC.) Una cosa è chiara, il calcolo di Geova degli inizi degli settant’anni è diverso del nostro, come il profeta Daniele lo suggerisce d'altronde. Pare che Daniele stesso non comprendeva appieno quando i settant’anni avevano iniziato, e quando il rilascio degli esuli ebrei che doveva seguire era arrivato al suo completamento, fino a dopo la caduta di Babilonia, come ha scritto: "Nel primo anno di Dario figlio di Assuero del seme dei medi, che era stato fatto re sul regno dei caldei, nel primo anno del suo regno io stesso, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni riguardo ai quali la parola di Geova era stata rivolta a Geremia il profeta, per compiere le devastazioni di Gerusalemme, [cioè] settant’anni." (Dan. 9: 1,2) Se fosse semplicemente una questione di calcolare settant'anni dalla distruzione di Gerusalemme fino al momento del rilascio predetto, Daniel avrebbe potuto semplicemente segnare gli anni sul suo calendario. Ma non era il caso! È stato solo dopo che Babilonia era caduta che Daniel ha potuto discernere il significato di questo evento, cioè che i settant'anni stavano per scadere, perché quando Geova aveva predetto la devastazione sulla città con i suoi settant'anni, aveva in mente non solo la città fisica in sé, ma anche quello rappresentato da Gerusalemme [1]. Ciò renderebbe l'anno della distruzione della città fisica irrilevante. Una cosa di cui possiamo essere certi è che la data della distruzione di Gerusalemme non può essere utilizzata per determinare il futuro stabilimento del regno di Dio, come Gesù stesso ha indicato quando ha detto: “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre". (Matteo 24:36; Luca 21: 29-31; Atti 1: 7) C'è ancora un altro punto da considerare, che sembra essere mai menzionato. Quando Geova predisse che il paese sarebbe rimasto desolato per settant'anni, ha incluso anche nel suo giudizio i re delle nazioni intorno a Israele: "E tutto questo paese deve divenire un luogo devastato, un oggetto di stupore, e queste nazioni dovranno servire il re di Babilonia per settant’anni”’. I re ei popoli delle nazioni citate, che avrebbero anche loro condiviso la sentenza emanata su Israele, includevano l'Egitto; tutti i re del paese di Uz, e a tutti i re del paese dei filistei e ad Ascalon e a Gaza e a Ecron e al rimanente di Asdod; a Edom e a Moab e ai figli di Ammon; e a tutti i re di Tiro e a tutti i re di Sidone e ai re dell’isola che è nella regione del mare; e a Dedan e a Tema e a Buz e a tutti quelli con i capelli tagliati alle tempie; e a tutti i re degli arabi e a tutti i re della compagnia mista che risiedono nel deserto; e a tutti i re di Zimri e a tutti i re di Elam e a tutti i re dei medi (Geremia 25: 11-29). La domanda ovvia e appropriata è: quando iniziarono i loro settant'anni? È incoerente, a dir poco, di sostenere che i settant’anni di desolazione predetti per la nazione di Israele e di Gerusalemme hanno iniziato proprio settant'anni prima della loro liberazione dalla cattività babilonese, quando non applichiamo la stessa misura alle altre nazioni che erano sotto la stessa sentenza di settant'anni. O c'è qualcuno che potrebbe sostenere che furono devastati nello stesso anno, vale a dire 607 aC, e poi rilasciati alla caduta di Babilonia settant'anni più tardi? Che Gerusalemme fu distrutta nel 607 aC. o nel 587 aC, o in qualche altra data, può essere di interesse storico per alcuni, o una semplice curiosità accademica per gli altri, ma è del tutto irrilevante quando si tratta di calcolare l'anno per la venuta del regno di Dio, e il ritorno di Gesù Cristo. (Fil 1: 9,10; 1 Tim 1:4; Tito 3: 9) Come abbiamo già visto, Gesù certamente conosceva il momento esatto in cui questi settant'anni hanno iniziato a contare, ma ha indicato che non c'era modo di determinare il tempo futuro del suo ritorno, perché disse: "In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre." (Mat. 24:36) Dal momento che "Non sta a noi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità" non è realistico credere che chiunque fissa le date in accordo con i suoi calcoli lo fa con l'aiuto dello spirito di Dio. (Atti 1:7; Daniele 12:9) Chiaramente, l'anno 607 aC non ha alcuna attinenza con il momento in cui Gesù viene al potere regno. Il fatto che gran parte delle informazioni presentate dal Pastore Russell si è rivelato inesatto e ha avuto bisogno di reinterpretazione, revisione, modifica, aggiornamento periodico, o addirittura rifiuto totale, di per sé dimostra che essa non ha avuto origine da Dio. (1 Giovanni 4:1)
La ribellione è come il peccato della divinazione
A sua volta Samuele disse: “Si diletta Geova degli olocausti e dei sacrifici quanto dell’ubbidienza alla voce di Geova? Ecco, ubbidire è meglio del sacrificio e prestare attenzione [è meglio] del grasso dei montoni; poiché la ribellione è come il peccato della divinazione, e lo spingersi presuntuosamente avanti come [il far uso] del potere magico e dei terafim. Dato che tu hai rigettato la parola di Geova, egli rigetta dunque te dall’essere re”. - 1 Samuele 15:22,23
Il Pastore Russell credeva che la presenza invisibile di Gesù, la sua parusia, aveva avuto luogo nel 1874, non nel 1914 come ci viene insegnato oggi. Per lui 1914 significava la fine dei tempi dei gentili predetta, e la rimozione di tutti i governi del mondo nella battaglia di Armageddon. (Dan. 2:44) Quando la grande guerra del 1914 scoppiò (più tardi conosciuta come la prima guerra mondiale), in apparente compimento della sua previsione, Russell ha guadagnato molto di statura tra i suoi soci. Una recente Torre di Guardia dice:
“La mattina del venerdì 2 ottobre 1914, Charles Taze Russell, che a quel tempo soprintendeva all’opera degli Studenti Biblici, entrò nella sala da pranzo della Betel di Brooklyn. “Buon giorno a tutti”, disse cordialmente. Poi prima di andare al suo posto annunciò con gioia: “I tempi dei Gentili sono finiti; i loro re hanno fatto il loro tempo”.” - w07 1/11, p. 24, par. 11 La parola di Geova non viene mai meno
Tuttavia, la comprensione e l'ispirazione del Pastore Russell non hanno avuto origine solo dalla Parola di Dio. Dato che Geova non rispondeva alle sue richieste riguardanti i tempi ei momenti, Russell si rivolse ad un altra fonte, quella che lui chiamava la "Bibbia di pietra". Ha letteralmente interrogato degli idoli, cioè, il monumento di pietra in Egitto con i suoi "simboli astrologici demonici per confermare la testimonianza contenuta nella Bibbia" (confrontare con 1 Sam. 28: 6-8) Ecco come La Torre di Guardia (2000) spiega questa scioccante fonte usata da Russell per la sua cronologia biblica:
Nel 1886 Charles Taze Russell pubblicò un libro che fu chiamato Il Divin Piano delle Età [2]. Esso conteneva una cartina che metteva in relazione le età del genere umano con la Grande Piramide d’Egitto. Si pensava che questo monumento commemorativo del faraone Cheope (o Khufu) fosse la colonna menzionata in Isaia 19:19, 20: “In quel giorno ci sarà un altare a Geova in mezzo al paese d’Egitto, e una colonna a Geova al lato della sua linea di confine. E dev’essere un segno e una testimonianza a Geova degli eserciti nel paese d’Egitto”. Che relazione poteva avere la piramide con la Bibbia? Per esempio, si pensava che la lunghezza di certi corridoi della Grande Piramide indicasse il tempo in cui sarebbe iniziata la “grande tribolazione” di Matteo 24:21, secondo l’intendimento di allora. Alcuni Studenti Biblici si diedero molto da fare per misurare vari elementi della piramide per scoprire, ad esempio, in quale giorno sarebbero andati in cielo!
Quella che veniva chiamata la Bibbia di Pietra fu tenuta in grande considerazione per alcuni decenni, finché i numeri della Torre di Guardia inglese del 15 novembre e del 1° dicembre 1928
resero chiaro che Geova non aveva nessun bisogno di un monumento eretto da faraoni pagani e contenente simboli astrologici demonici per confermare la testimonianza contenuta nella Bibbia. - w00 1/1 pp. 9-10 Prestiamo servizio con la sentinella
Il libro I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio (1993) nota anche:
Per circa 35 anni il pastore Russell aveva pensato che la Grande Piramide di Giza rendesse testimonianza a Dio, confermando i periodi di tempo biblici. (Isa. 19:19) Ma i testimoni di Geova hanno abbandonato l’idea che una piramide egizia avesse a che fare con la vera adorazione. (Vedi “La Torre di Guardia” inglese del 15 novembre e 1° dicembre 1928). -jv. cap. 14 p. 201 "Non fanno parte del mondo”.
Anche se è risaputo che gran parte di ciò che il pastore Russell credeva in materia dei "tempi o delle stagioni" si basava su quello che ha imparato dalla Grande Piramide in Egitto, e che è da tempo scartato dalla società Watchtower, al momento, incredibilmente, l'affermazione è ancora fatta che è stato lo spirito santo che lo guidava:
A giudicare dai risultati, non ci possono essere dubbi che lo spirito santo di Geova guidasse gli sforzi del fratello Russell e dei suoi collaboratori. Essi dimostrarono di far parte dello schiavo fedele e discreto. Molti ecclesiastici dell’epoca, pur dicendo di credere che la Bibbia era l’ispirata Parola di Dio e che Gesù era il Figlio di Dio, sostenevano false dottrine babiloniche, come la Trinità, l’immortalità dell’anima umana e il tormento eterno. In armonia con la promessa di Gesù, fu davvero opera dello spirito santo se gli umili sforzi del fratello Russell e dei suoi collaboratori fecero risplendere come mai prima la verità. (Giovanni 16:13) Quegli unti Studenti Biblici dimostrarono di appartenere veramente alla classe dello schiavo fedele e discreto, che ha l’incarico di provvedere cibo spirituale ai domestici del Signore. I loro sforzi furono di grande aiuto nel radunamento degli unti.
È straordinario vedere in che misura Geova, mediante lo spirito santo, illuminò quei primi Studenti Biblici. - W95 15/5 p. 17 par. 7-8 Lampi di luce, grandi e piccoli (Prima parte)
Bestemmiando, gli ebrei hanno attribuito l’opera di Gesù Cristo a Satana e i suoi demoni, divenendo così colpevole di aver peccato contro lo spirito santo. (Marco 3:22,29) Noi, d’altra parte, abbiamo attribuito allo spirito santo degli insegnamenti di demoni; non è forse anche qui bestemmiare? L’apostolo Paolo ci ha avvertito: “Comunque, l’espressione ispirata dice esplicitamente che in successivi periodi di tempo alcuni si allontaneranno dalla fede, prestando attenzione a ingannevoli espressioni ispirate e a insegnamenti di demoni, mediante l’ipocrisia di uomini che diranno menzogne, segnati nella loro coscienza come da un ferro rovente” (1 Tim. 4:1,2) Questi bugiardi ci hanno pur fatto credere che i loro errori insegnati nel nome di Dio sono profittevoli. Non è quello che Satana vuol farci credere? Ha sempre presentato la disubbidienza a Dio come qualcosa di istruttivo e benefico, come nel caso di Adamo e di Eva: “Poiché Dio sa che nel medesimo giorno in cui ne mangerete i vostri occhi davvero si apriranno e voi sarete davvero simili a Dio, conoscendo il bene e il male”. (Genèse 3:5) La Torre di Guardia del 15 Marzo 1980 (1° Settembre 1980 per l’edizione italiana), nell’articolo di studio “Scegliamo il miglior modo di vivere” fa le seguenti osservazioni riguardante 1975 e le aspettative fallite promosse nel libro “Vita eterna, nella libertà dei figli di Dio”:
Se rimaniamo fedeli, Dio non permetterà che commettiamo errori irrimediabili. Ma a volte ci permette di essere in errore per farci capire la necessità di rivolgerci sempre a lui e alla sua Parola. Ciò rafforza la nostra relazione con lui e la nostra perseveranza mentre aspettiamo. Dai nostri sbagli impariamo che è necessario stare più attenti in futuro. Nel corso dei secoli il desiderio che il nuovo sistema di cose assumesse pienamente il controllo della terra è sempre stato molto forte nei cristiani. E a motivo della brevità della vita, essi indubbiamente speravano che venisse mentre erano vivi loro. Più di una volta nel corso della storia coloro che hanno cercato di tenere “bene in mente” il tempo del giudizio di Dio sono diventati eccessivamente ansiosi che quel giorno arrivasse, cercando di affrettare nella loro mente gli avvenimenti desiderati. (II Piet. 3:12)
A chi desiderano che noi siamo fedeli? A loro, o a Dio? In realtà, hanno suggerito che gli errori insegnati nel nome di Dio, che hanno portato delusioni e danni, inclusi rapporti di natura finanziaria o emotivi, nonché quelli rotti, risultano del nostro avvicinamento a Dio e “rafforzano la nostra relazione con lui”. Benedice Dio i nostri errori e le nostre menzogne? (Ezechiele 14:9,10) Se così fosse, allora perché preoccuparsi di “provare le espressioni ispirate per vedere se hanno origine da Dio”? Siamo esortati a “notare l’espressione ispirata della verità e l’espressione ispirata dell’errore.” (1 Giov. 4:1,6; Atti 17:11) L’espressione ispirata dalla verità è contenuta nella parola di Dio; invece l’espressione ispirata dall’errore ha origine da Satana e i suoi demoni. (Giov. 8:44; 1 Tim. 4:1,2; 1 Cor. 4:6)

Sì, Dio "ci permette di essere in errore", come dice l'articolo di cui sopra, ma non per "farci capire la necessità di rivolgerci sempre a lui e alla sua Parola". Piuttosto, come spiega l'apostolo Paolo, "per questo Dio lascia andare da loro un’operazione di errore, perché credano alla menzogna, affinché siano tutti giudicati perché non hanno creduto alla verità ma hanno preso piacere nell’ingiustizia.” (2 Tessalonicesi 2:11,12)

La vera adorazione non può essere basata su falsità, errori e bugie. Dio non mente, e neppure il suo spirito santo insegna errori che devono essere corretti, o che a volte “si annullano a vicenda”. (Romani 3:4) Dio semplicemente non accetta questo tipo di adorazione! Gesù ha detto decisamente: “i veri adoratori adoreranno il Padre con spirito e verità, poiché, veramente, il Padre cerca tali adoratori.” (Giov. 4:23) È la verità divina che ci santifica come popolo di Dio. Se rigettiamo la sua verità, ci rigetterà noi e la nostra adorazione. (Giovanni 17:17; Matteo 7:21-23; Marco 7:7; 2 Tessolonicesi 2:10)

“E certamente diverranno miei”, ha detto Geova degli eserciti, “nel giorno in cui produrrò una speciale proprietà. E di sicuro mostrerò loro compassione, proprio come un uomo mostra compassione al figlio suo che lo serve. E voi certamente vedrete di nuovo la distinzione fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo ha servito”. (Malachia 3: 17,18) Ti vedi tra la speciale proprietà di Dio? Ami la verità? Sai distinguere tra ciò che viene da Dia e ogni “espressione ispirata dell’errore”? (Salmo 146:3,5; 1 Giov. 4:6) Geova può vedere in te la differenza tra chi lo serve e chi non lo ha servito? (2 Cor. 6:14-18) Il tuo atteggiamento nei confronti degli errori insegnati nel nome de Dio e che lo disonorano ha un incidenza sulla tua posizione riguardo al culto di Dio. “Voi non potete bere il calice di Geova e il calice dei demoni; non potete partecipare alla “tavola di Geova” e alla tavola dei demoni. O “incitiamo Geova a gelosia”?” (1 Cor. 10:21,22)
Il tuo atteggiamento nei confronti di 607 aC. ha importanza
Una situazione sorprendente, perfino una cosa orribile, si è verificata nel paese: 31 I profeti stessi effettivamente profetizzano con falsità; e in quanto ai sacerdoti, sottopongono secondo i loro poteri. E il mio proprio popolo [lo] ha amato così; e che farete voi al termine d’esso? - Geremia 5:30,31
Se, a causa delle informazioni precedenti, sei arrivato alla conclusione che Dio non ha né un popolo, né una casa, allora hai completamente perso il punto; le Scritture hanno predetto la situazione qui discussa dicendo che esisterà tra il popolo di Dio, sì, proprio all'interno del tempio di Dio; e questo in connessione con l'imminente ritorno di Gesù Cristo, la sua presenza predetta. Il giudizio di Dio inizierà con la propria casa. (1 Tm 3,15; 1 Cor. 3: 16,17; 1 Pietro 4: 17-19). L'apostolo Paolo profetizzò duemila anni fa, sotto l'ispirazione dello spirito santo possiamo aggiungiamo, dicendo:
Comunque, fratelli, riguardo alla presenza del nostro Signore Gesù Cristo e al nostro radunamento presso di lui, vi preghiamo di non essere presto scossi dalla vostra ragione né di eccitarvi sia per un’espressione ispirata che per un messaggio verbale o per una lettera come se [venisse] da noi, secondo cui il giorno di Geova sia venuto. Nessuno vi seduca in alcuna maniera, perché esso non verrà se prima non viene l’apostasia e non è rivelato l’uomo dell’illegalità, il figlio della distruzione. Egli si pone in opposizione e s’innalza al di sopra di chiunque è chiamato “dio” o oggetto di riverenza, così che si mette a sedere nel tempio del Dio, mostrando pubblicamente di essere un dio. Non ricordate che, mentre ero ancora con voi, vi dicevo queste cose? E ora sapete ciò che agisce da restrizione, in vista della sua rivelazione al proprio tempo stabilito. Infatti, il mistero di questa illegalità è già all’opera; ma solo finché colui che ora agisce da restrizione non sia tolto di mezzo. Allora, in realtà, sarà rivelato l’illegale, che il Signore Gesù sopprimerà con lo spirito della sua bocca e ridurrà a nulla mediante la manifestazione della sua presenza. Ma la presenza dell’illegale è secondo l’operazione di Satana con ogni opera potente, e segni e portenti di menzogna, e con ogni ingiusto inganno per quelli che periscono, come retribuzione perché non hanno accettato l’amore della verità per essere salvati. E per questo Dio lascia andare da loro un’operazione di errore, perché credano alla menzogna, affinché siano tutti giudicati perché non hanno creduto alla verità ma hanno preso piacere nell’ingiustizia. - 2 Tessalonicesi 2:1-12
Com’è stato possibile per l’uomo dell’illegalità di fare il suo ingresso nel tempio di Dio, addirittura di accedere ad una posizione di fiducia e d’autorità? La sua “presenza è secondo l’operazione di Satana”. Da quando Dio ha avuto un popolo, Satana ha corrotto soprattutto coloro a chi Geova ha affidato delle responsabilità. (Salmo 78:36-41) È stato così ai giorni di Geremia, e lo era anche quando Gesù era sulla terra. (Ger. 1:18,19; Sofonia, 1:4-6; Giovanni 11:47,48) Anche se i sacerdoti erano unti da Dio, che aveva affidato loro compiti specifici, alla fine hanno subito l’influenza di Satana. Gesù li ha smascherati, dicendo loro: “Voi siete dal padre vostro il Diavolo e desiderate compiere i desideri del padre vostro”. (Giov. 8:44) Per la stessa ragione, egli condanna l’uomo dell’illegalità odierno, la cui presenza è “secondo le opere di Satana”. (2 Cor. 11:13-15) Quando Satana tentò Gesù offrendogli l'autorità su tutti i regni del mondo con la loro gloria, per un solo atto di adorazione, Gesù l’ha respinto immediatamente con le parole seguenti: "È scritto: ‘Devi adorare Geova il tuo Dio, e a lui solo devi rendere sacro servizio’”.(Luca 4: 5-8) Non è così con questi ambiziosi uomini “spirituali". (Gal 2. 6) Avendo trascurato il chiaro divieto emesso da Dio riguardo ai tempi e le stagioni, visto che non sta a noi conoscerle, questi individui hanno aperto la porta per sottoporsi all'influenza di Satana il Diavolo. Dal momento che Geova non stava dando loro le informazioni che stavano cercando, Satana ha visto la possibilità di intervenire e fornire la propria versione dei fatti. (Gal. 1: 8,9) A sua volta li ha ricompensati con l'autorità e la gloria sul popolo di Dio all'interno del tempio di Dio, avendone ormai guadagnato l’accesso per mezzo di loro. Anche se una situazione del genere si era già fatta evidente nel primo secolo, è stato a questo punto che la profezia di Paolo per quanto riguarda l'uomo dell’illegalità prima del ritorno di Cristo cominciò ad adempiersi. In qualità di "figlio della distruzione" si "pongono in opposizione," piuttosto che insegnarci ad adorare con "spirito e verità". (Giovanni 4:24) Naturalmente, essi asseriscono con forza che hanno ricevuto la loro autorità da Gesù, essendo stati nominati da lui su tutti i suoi averi in qualità di "schiavo fedele e discreto". Per “provare" questa asserzione, indicano "il fatto" che Gesù è tornato nel 1914, anno che si dice essere "chiaramente stabilito" grazie all'anno 607 aC e che si trova su "un terreno solido”. Se, però, 607 aC. non è quello che dicono di essere, allora questo metterebbe in discussione l'affidabilità del 1914. Negli ultimi cento anni hanno costretto il popolo di Dio a sottomettersi a loro su tale base, e con grande successo potremmo aggiungere; molti sono quelli che ritengono di non poter rendere sacro servizio a Geova fuori della società laica che è stata creata a tale scopo. Come prova della benedizione di Dio su di loro, fanno notare le numerose Betel, le proprietà e l’immensa opera di predicazione che è stata compiuta per mezzo delle loro pubblicazioni abbondanti. Non a caso, negli ultimi due decenni sono diventati sempre più autoritari a causa del fatto che è arrivato il momento per Geova di rivelare non solo la presenza dell'uomo dell'illegalità all'interno della famiglia di Dio, ma anche la sua identità. Essi non sono stati in grado di discernere che questo è opera di Geova, anche se lo aveva annunciato, e quindi danno agli "apostati" la colpa per la loro scomparsa. Tutti gli amanti della verità possono trarre conforto nel sapere che il dominio di questo “illegale" si sta avvicinando velocemente alla fine, nel giorno in cui Gesù ritorna. "Allora, in realtà, sarà rivelato l’illegale, che il Signore Gesù sopprimerà con lo spirito della sua bocca e ridurrà a nulla mediante la manifestazione della sua presenza.” (2 Tessalonicesi 2:8; Luca 12: 45,46; 1 Cor 4, 8) È naturale chiedersi perché Geova dovrebbe permettere a Satana di esercitare un potere così ampio sul suo popolo, nel suo tempio. L'assenza di comprensione ha portato molti a inciampare. L'apostolo Paolo fornisce la risposta: “Ma la presenza dell’illegale è secondo l’operazione di Satana con ogni opera potente, e segni e portenti di menzogna, e con ogni ingiusto inganno per quelli che periscono, come retribuzione perché non hanno accettato l’amore della verità per essere salvati. E per questo Dio lascia andare da loro un’operazione di errore, perché credano alla menzogna, affinché siano tutti giudicati perché non hanno creduto alla verità ma hanno preso piacere nell’ingiustizia.” (2 Tess. 2:9-12) La presenza dell'uomo dell'illegalità all'interno del tempio di Dio consente di distinguere chiaramente fra "il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo ha servito”. Essa aiuta a identificare la zizzania dal grano; e tra pecore e capri. (Mal. 3: 17,18; Mt 13: 40-43, 49; 25:45) È interessante notare che il libro Il millenario regno di Dio si è avvicinato (inglese, 1973; italiano, 1975) diceva questo a mo 'di spiegazione:
Dio non manda direttamente un’“operazione d’errore” a questi ingannati. Egli lascia che vada da loro, per provare cos’è che vogliono e anche perché in realtà questo è ciò che essi vogliono. Questo è quanto l’apostolo Paolo additò al suo conservo missionario Timoteo quando gli mandò un’ultima lettera. Paolo spiegò perché voleva che in ogni tempo Timoteo predicasse con urgenza la Parola di Dio nella congregazione cristiana. Paolo disse: “Poiché vi sarà un periodo di tempo in cui non sopporteranno il sano insegnamento, ma, secondo i loro propri desideri, si accumuleranno maestri per farsi solleticare gli orecchi; e allontaneranno i loro orecchi dalla verità, mentre si volgeranno a false storie”. (2 Timoteo 4:2-4) Per mezzo dell’ispirata Parola di Dio ci si può proteggere da un’“operazione d’errore” durante la presenza dell’“illegale”. Ma lasciando compiere a Satana un’“operazione d’errore” e consentendo che così quest’operazione vada dai professanti cristiani, Geova Dio li mette alla prova se ‘accettano l’amore della verità’ o amano la menzogna.—ka cap. 18 pp. 392-393 par. 62 Ridotto a nulla l’“uomo dell’illegalità”
Dato che Geova ha permesso a questo elemento malvagio di esistere nel suo tempio, siamo costretti ad aspettarlo per affrontare il problema al suo tempo stabilito. Geova ha a cuore la nostra lealtà che dimostriamo a lui! Vuole che amiamo la verità e e che gli ubbidiamo, per il nostro bene, perché coinvolge la nostra vita eterna. (Isaia 48: 17,18; Giuda 21) Questo è il motivo per cui non ha trattenuto da noi la conoscenza che abbiamo veramente bisogno, conoscenza che ci salvaguarda da uomini senza scrupoli che insegnano menzogne ​​nel nome di Dio, e potrebbe portarci "via come sua preda per mezzo della filosofia e di un vuoto inganno secondo la tradizione degli uomini, secondo le cose elementari del mondo e non secondo Cristo". (Col. 2: 8; 1 Cor. 4: 3,4) Benché la presenza dell’"illegale" all'interno della famiglia di Dio richiede sopportazione da parte nostra, allo stesso tempo siamo in grado di trovare conforto quando riconosciamo il significato di tutto, perché Gesù ha detto: "Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, alzatevi e levate in alto la testa, perché la vostra liberazione si avvicina”. (Luca 21:28; Giacomo 1: 2-4; 1 Pietro 1: 6-9) Geova ha messo a nostra disposizione la conoscenza che ci permette di identificare con certezza la sua casa, il suo tempio. Questo include numerose profezie in connessione con il suo popolo negli ultimi giorni, delle quale vediamo ora l’adempimento, anche nella tua congregazione. Questa conoscenza è fondamentale per aiutarci a sopportare coraggiosamente la persecuzione; e rende anche possibile per noi, nelle attuali circostanze, di rendere un sacro servizio che sia accettabile a Geova. (Ezechiele 9: 4, 6; Fil 3:3; Eb 9:14; Riv. 7: 14,15) Ogni membro della famiglia di Dio deve essere in grado di spiegare con le Scritture ciò che fa di noi il suo popolo - il suo tempio; il che non è dovuto a qualsiasi pretesa da parte nostra. (1 Cor 3: 16,17; 2 Cor. 6: 16-18; Efesini 2: 19-22) Per una discussione approfondita sull'identificazione del tempio di Dio, vedi l'articolo, "Dio ha un'organizzazione?" sul il sito web di Perimeno (in inglese). Satana è stato occupato fin dall'inizio a ostacolare gli uomini di adorare Geova; eppure Geova non ha mai impedito a nessuno di abbandonarlo, se ha scelto di farlo. Se qualcuno ha inciampato perché Dio ha permesso all'uomo dell’illegalità di operare in mezzo a noi fino ad oggi, allora gli permette di lasciarlo. Quando "molti dei discepoli [di Gesù]“ hanno inciampato a proposito di quello che Gesù aveva detto, e "se ne tornarono alle cose [lasciate] dietro e non camminavano più con lui" non cercò di impedire loro. Invece, si rivolse ai suoi apostoli e chiese: "Non ve ne volete andare anche voi, vero?" (Giovanni 6:60, 66,67; Dan 11:35) Come nel caso di Gesù stesso, vogliamo continuare ad adorare Geova nel suo tempio, nonostante la presenza di quell'uomo dell'illegalità. (Luca 19: 47,48; Atti 5: 41,42) Gesù prende nota dei suoi fedeli discepoli e della loro perseveranza malgrado le sofferenze. (Mt 24:13) Ecco perché egli dice loro: "Comunque, dico al resto di voi che siete a [nome della tua congregazione] a tutti quelli che non hanno questo insegnamento, gli stessi che non hanno conosciuto le “cose profonde di Satana”, come dicono: Non metto su di voi altro peso. Nondimeno, tenete saldo ciò che avete finché io venga“. - Rivelazione 2: 24,25; 3:. 4-6
Siate coraggiosi, e sia forte il vostro cuore, Voi tutti che aspettate Geova. (Salmo 31:24)

Note:
  1. Pronunciando il suo giudizio su "Gerusalemme" Geova aveva in mente più che una semplice città fisica. Perspicacia nello studio delle Scritture provede questo intendimento:
  2. Gerusalemme era molto più che la capitale di una nazione terrena. Era l’unica città di tutta la terra su cui Geova Dio aveva posto il suo nome. (1Re 11:36) Dopo che vi fu trasferita l’arca del patto, simbolo della presenza di Dio, e ancor più quando vi fu costruito il santuario del tempio, o casa di Dio, Gerusalemme diventò figurativamente la “dimora” di Geova, il suo “luogo di riposo” … Gerusalemme rappresentava dunque la sede del governo costituito da Dio o del tipico regno di Dio. Da essa emanavano la legge di Dio, la sua parola e la sua benedizione. (Mic 4:2; Sl 128:5) Coloro che contribuivano alla pace di Gerusalemme e al suo bene contribuivano al successo del giusto proposito di Dio, all’attuazione della sua volontà. (Sl 122:6-9) Benché Gerusalemme fosse situata fra i monti di Giuda e fosse senza dubbio imponente, la sua vera grandezza e bellezza derivavano dal fatto che Geova Dio l’aveva onorata e glorificata, affinché potesse essere per lui una “corona di bellezza”. — Sl 48:1-3, 11-14; 50:2; Isa 62:1-7.
    Poiché sono principalmente le creature intelligenti che lodano Geova e fanno la sua volontà, non furono gli edifici della città ma i suoi abitanti, governanti e governati, sacerdoti e popolo, a determinare il destino della città. (Sl 102:18-22; Isa 26:1, 2) Finché furono fedeli e onorarono il nome di Geova con le parole e con la condotta, egli benedisse e difese Gerusalemme. (Sl 125:1, 2; Isa 31:4, 5) Ma il disfavore di Geova colpì ben presto la popolazione e i sovrani a motivo della condotta apostata della maggioranza. Per questa ragione Geova dichiarò il suo proposito di rigettare la città che aveva portato il suo nome. (2Re 21:12-15; 23:27) - it - Gerusalemme
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  3. Questo libro, chiamato anche Il Divin Piano delle Età, divenne il primo volume degli Studi sulle Scritture, una serie che ebbe larga diffusione. Il secondo volume, Il tempo è vicino [1889], additava il 1914 come anno in cui sarebbero scaduti “i tempi dei Gentili” – w98 15/5 p. 12 par.12, La fede cristiana sarà messa alla prova [back]
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

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Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
Carl-Bloch-Sermon-on-the-Mount
Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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