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Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Robert King (e-watchman)
I 144'000 suggellati e la Rivelazione di Cristo
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Come il numero 144’000 (se letterale) include tutti coloro che andranno in cielo? Una caratteristica unica dei 144’000 suggellati è indicata in Riv. 6:11 dove si dice che aspettano sotto l’altare “finché fosse completo anche il numero dei loro compagni di schiavitù e dei loro fratelli CHE STAVANO PER ESSERE UCCISI COME LO ERANO STATI ANCHE LORO.” Riv. 7:4 ci dà il numero specifico dei suggellati. Questo non indica che devono morire tutti? Tuttavia, 1 Cor. 15:51 rivela che “non tutti si addormenteranno [nella morte]”, e 1 Thess. 4:17 dice “i VIVENTI che sopravvivranno saranno rapiti, INSIEME con loro (loro come definito nel versetto 16), nelle nubi per incontrare il Signore nell’aria; e così saranno sempre col Signore.” Come si concilia questo biblicamente?

Questo è un argomento molto profondo e non è molto facile da capire o da spiegare. Cerchiamo di semplificare al massimo. In primo luogo, i 144’000 che alla fine regneranno con Cristo nei cieli sono scelti tra gli uomini per un periodo di circa 2000 anni. Gesù disse che ‘molti sono invitati, ma pochi eletti’. A volte si sentono Testimoni di Geova dire di una persona che è una dei 144’000, o qualcosa del genere. Ma non è realmente il modo giusto di dire dal momento che anche se una persona può essere unta, vale a dire chiamata o invitata, quello non significa necessariamente che sarà finalmente approvata o scelta. Ovviamente, però, dopo la morte di una persona unta Geova approva o meno l’ingresso nel regno dei cieli. Così, se un unto ha ottenuto l’approvazione di Geova, allora è suggellato ad un certo punto prima della sua morte. Paolo ne ha parlato. Ad esempio, quando scrisse ai Filippesi Paolo disse quello che segue: “per conoscere lui e la potenza della sua risurrezione e la partecipazione alle sue sofferenze, sottomettendomi a una morte simile alla sua, [per vedere] se in qualche modo io possa conseguire la risurrezione dai morti [che ha luogo] più presto. Non che io l’abbia già ricevuto o che sia già reso perfetto, ma proseguo per vedere se posso pure afferrare ciò per cui sono stato anch’io afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, non mi considero ancora come se [l’]avessi afferrato; ma c’è una cosa al riguardo: Dimenticando le cose che sono dietro e protendendomi verso quelle che sono davanti, proseguo verso la meta per il premio della superna chiamata di Dio mediante Cristo Gesù.” Ai Filippini Paolo indicò che non aveva ancora ricevuto il sigillo definitivo di approvazione da Dio. Egli stava proseguendo verso questo obbiettivo. Tuttavia, alcuni anni dopo, quando scrisse a Timoteo da Roma dove si trovava in carcere, l’apostolo dichiarò: “Poiché io sono già versato come una libazione, e il tempo stabilito della mia liberazione è imminente. Ho combattuto l’eccellente combattimento, ho corso la corsa sino alla fine, ho osservato la fede. Da ora in poi mi è riservata la corona della giustizia, che il Signore, il giusto giudice, mi darà come ricompensa in quel giorno, ma non solo a me, bensì anche a tutti quelli che hanno amato la sua manifestazione.” L’espressione “da ora in poi” implica che Paolo aveva ricevuto qualche indicazione da Dio che era stato suggellato e aveva la certezza di ricevere il premio della superna chiamata che aveva perseguito. Quando, però, Paolo riceve la ricompensa? “in quel giorno”, cioè nel giorno del Signore, cioè durante la presenza di Cristo. Vale a dire quando “la risurrezione dai morti che ha luogo più presto” inizia, risurrezione di cui scrisse Paolo nel brano di Filippesi citato sopra e che la Rivelazione chiama “la prima risurrezione”. Paolo e tutti gli altri cristiani fedeli di allora che erano unti e sono rimasti fedeli fino alla fine sono stati suggellati. Ma il loro suggellamento non risultò nel ricevere effettivamente la ricompensa allora. Il regno di Cristo deve prima arrivare al potere. Fina ad allora dormono nella morte, proprio come tutti gli altri che hanno vissuto e sono morti. Ma è per questo che il settimo capitolo di Rivelazione parla di quelli che sono stati suggellati come se il suggellamento avviene allora, perché è il momento quando inizia la prima risurrezione, durante la parousia di Cristo. Ma sono stati massacrati con l’ascia tutti quei cristiani del primo secolo? No. Ma un numero rappresentativo è stato ucciso. Sappiamo che l’apostolo Giacomo lo fu. Così lo fu Paolo. A quanto pare, l’apostolo Pietro fu ucciso anche lui. Molti sono stati uccisi da Nerone. Così, come nel caso dell’assassinato di Abele, quando Dio disse a Caino “Il sangue di tuo fratello grida a me dal suolo”, quei martiri cristiani del primo secolo ridono verso il trono per chiedere vendetta e giustizia. È come se viene chiesto loro di aspettare che il resto dei 144’000 sia ucciso. Ma, sarà un numero rappresentativo, come nel primo secolo? No. Durante la conclusione il Diavolo farà la guerra al resto dei 144’000. Gli sarà permesso di andare fino al punto di conquistare e uccidere tutti i santi, sì, tutti i 7’000. In questo il mondo di Satana sarà chiamato a rendere conto davanti a Dio per tutto il sangue versato dei cristiani e il sangue versato di Cristo stesso. In quanto a quello che Paolo ha detto, “noi viventi” che sopravvivono fino alla presenza di Cristo non dormiremmo nella morte, l’apostolo non stava dicendo che non moriranno. Il punto che stava dimostrando era che coloro che muoiono durante la presenza di Cristo non dormono nella morte come hanno fatto i loro predecessori che sono morti prima che inizi la presenza di Cristo. Paolo spiega che quelli che muoiono durante la parousia vengono immediatamente mutati, in un batter d’occhio. Formulato in modo diverso, il contrasto è tra il sonno et non dormire. Ironia della sorte, questo è ciò che la massa dei fedeli crede, così come praticamente tutte le persone religiosi, cioè che abbiamo un’anima immortale intrinseco che sopravvive alla morte del corpo. Naturalmente, questo non è vero. Ma per quelli che sono rinati e suggellati durante la presenza, non c’è morte. È vero, dal punto di vista di un osservatore umano sulla terra, si vede un cadavere. Ma la persona che abitava il corpo prima è stata mutata in uno spirito immortale. Questo è ciò che Paolo intendeva quando parlava di non dormire nella morte, ma di essere mutato. Una volta che tutti i suggellati viventi sono stati mutati, allora inizia il matrimonio dell’agnello. In questo modo, tutti i 144’000 sono riuniti, come se fossero tra le nuvole, uniti a Cristo, il quale è descritto come venendo sulle nubi del cielo. Quando tutti i santo sono uniti con Cristo, allora la battaglia di Har-Maghedon avrà inizio. Tutti quelli che sono della parte di Satana e della sua bestia e che avranno perseguitato e ucciso i fratelli di Cristo, o che avranno approvato la loro uccisione, saranno distrutti e il sipario scenderà su Satana e sul suo mondo. E un nuovo mondo avrà inizio.
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

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Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
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Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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